Il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’abolizione dei visti d’ingresso di breve durata nell’area Schengen per Albania e Bosnia-Erzegovina nella seduta plenaria di questa mattina.
La relazione, redatta dall’europarlamentare slovena Tanja Fajon (S&D, SL) è stata adottata con 538 voti a favore, 47 contrari e 41 astensioni.
Durante il dibattito nella seduta plenaria di ieri, la relatrice Tanja Fajon (S&D, SL) ha detto che questa decisione “rafforzerà la fiducia fra la gente e accelererà le riforme” in Albania e Bosnia-Erzegovina, paesi che hanno adempiuto tutte le condizioni e sono pronti per l’abolizione del regime dei visti di breve durata. “È il momento di inviare un messaggio positivo a questi paesi, abbatteremo le mura dei visti, (…) la gente lo merita più che mai”, ha aggiunto.
Con l’approvazione di oggi, il Parlamento europeo ha espresso il suo sostegno alla proposta della Commissione europea di esentare dai requisiti di visto i cittadini di Albania e Bosnia-Erzegovina dalla fine del 2010, ritenendo che questi due paesi rispettino ormai tutte le regole in materia di sicurezza, lotta contro l’immigrazione clandestina e la criminalità.
Albanianews ha voluto seguire dall’inizio il percorso della liberalizzazione dei visti. Come abbiamo riportato precedentemente, il 30 novembre 2009, l’UE aveva deciso di dispensare dall’obbligatorietà di visto i cittadini di Serbia, Montenegro e dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, una decisione che è entrata in vigore il 19 dicembre dello stesso anno.
A maggio scorso, la Commissione ha informato che i due paesi balcanici avevano compiuto progressi in tema di controllo dell’immigrazione illegale e la sicurezza, invitando pertanto il Parlamento e il Consiglio ad abolire gli obblighi di visto per soggiorni fino a 3 mesi, già da fine 2010. L’esenzione riguarda solo i possessori di passaporti biometrici.
Il cammino verso la libera circolazione per i cittadini albanesi e bosniaci non è ancora terminato. Tale esenzione, per entrare in vigore, dovrà essere approvata anche dal Consiglio europeo, che esprimerà il suo voto a maggioranza qualificata dei 2/3 il prossimo 8 novembre, durante l’incontro dei ministri degli interni europei.