Tre giorni fa, al Parlamento Europeo sono stati presentati le relazioni degli esperti sulla liberalizzazione dei visti con l’Albania e la Bosnia. Nonostante i progressi fatti nella Roadmap, l’Albania dovrà adempiere ancora alcuni criteri a ritmi serrati per poter sperare nella libera circolazione dei suoi cittadini per la fine dell’autunno prossimo. A patto che anche la macchina UE non si inceppi.
Il 27 aprile scorso, il Comitato Libertà Civili, Giustizia e Affari interni del Parlamento europeo ha analizzato le relazione di valutazione della Commissione europea su Albania e Bosnia, in merito all’adempimento dei criteri che comporteranno l’abolizione del regime dei visti per i cittadini dei due paesi balcanici. Nelle 44 pagine della relazione sull’Albania, si prende atto che ha soddisfatto i criteri di uno dei quattro blocchi di misure da adottare, quello sulla sicurezza dei documenti, mentre negli altri tre relativi all’immigrazione clandestina e riammissione dei migranti, l’ordine pubblico e la sicurezza, relazioni estere e diritti fondamentali,l’Albania è riuscita a soddisfare la maggior parte dei criteri previsti. Per questo motivo, secondo la relazione è necessaria l’attuazione con efficacia di una serie di misure e strategie nei prossimi mesi.
Invece la Bosnia ha compiuto progressi nei tre dei quattro blocchi di misure previsti dalla Roadmap. Tuttavia, l’Albania e la Bosnia, sono a un livello superiore rispetto a quello del Montenegro e la Serbia di un anno fa, quando a quest’ultimi due paesi è stata concessa la libera circolazione dei loro cittadini nello spazio Schengen.
Per l’Albania, la relazione rileva che una parte del quadro giuridico richiesto è stato adottato solo nei primi tre mesi di quest’anno, anche se i criteri sono stati specificati dal 4 giugno 2008, giorno di consegna del Roadmap sulla liberalizzazione dei visti. Ad esempio la legge per la tutela dalla discriminazione è stata adottata nel febbraio 2010, il piano d’azione sulla corruzione e quello anti-droga sono stati approvati il mese scorso. La legge antimafia approvata a dicembre 2009, è entrata in vigore nel gennaio di quest’anno. Allo stesso modo, la nuova legge sulla cooperazione giudiziaria con le autorità straniere in materia penale, adottata nel dicembre 2009, è in vigore dal febbraio 2010. Leggi approvate senza la presenza dell’opposizione che boicotta i lavori parlamentari dall’inizio della legislatura a settembre 2009. Al termine della riunione del Comitato Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni, la relatrice per i visti, l’europarlamentare Tanja Fajon ha rilasciato una dichiarazione alla stampa, sostenendo che la liberalizzazione dei visti potrà arrivare per l’inizio dell’autunno, in attesa della valutazione dei criteri ancora non soddisfatti ancora dai governi di Tirana e Sarajevo.”Mi aspetto che la Commissione europea sia pronta a distribuire la proposta legislativa per i due paesi entro i primi di giugno. Tuttavia, la velocità a finalizzare il processo è ancora nelle mani delle autorità dei due paesi che dovrebbero garantire nel momento giusto di essere in grado di rispondere alle preoccupazioni che restano, in particolare quelle sull’attuazione delle riforme nel campo della giustizia, dell’ordine e della sicurezza interna” – ha dichiarato Fajon.
Per Fajon, la Bosnia, in particolare, merita un segnale positivo, ora più che mai vicina a Bruxelles. Nonostante la struttura decentrata della Bosnia, i suoi leader hanno trovato soluzioni per soddisfare i criteri della tabella di marcia, creando nuovi meccanismi di coordinamento, cooperazione e scambio di informazioni. Questo può favorire la Bosnia ad ottenere il via libera senza condizioni.
La Commissione intende pubblicare una proposta legislativa in tempo per il vertice UE – Balcani occidentali dei ministri degli esteri a Sarajevo del 2 giugno prossimo, che tende a favorire la liberalizzazione dei visti con i due paesi ma subordinata all’osservanza di alcuni parametri specifici ancora non soddisfati.
Ammesso che i due paesi si diano da fare, la Commissione europea valuterebbe i progressi raggiunti, e una sua valutazione positiva consentirebbe al Parlamento europeo di preparare una decisione prima della pausa estiva di agosto e i deputati potrebbero votare in seno alle commissioni di merito e in una sessione plenaria di settembre.
Il Consiglio Giustizia e Affari interni, le cui riunioni durante la presidenza belga sono previste per il 08/07 ottobre, 09/08 novembre e 03/02 dicembre 2010, potrebbe deliberare il giudizio finale il 7 e 8 ottobre.
In questo caso,20 giorni dopo e in seguito alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il viaggio senza visti fino a 90 giorni nell’area Schengen, potrebbe diventare una realtà per gli albanesi e bosniaci per la fine di ottobre.