Gli inviati della World Bank (Banca Mondiale) hanno presentato ieri a Tirana il Rapporto economico regionale per i paesi dei Balcani occidentali.
Secondo il rapporto, l’Albania ha avuto una crescita economica superiore al 4% nel 2018. I posti di lavoro sono aumentati e il debito pubblico è diminuito. Tuttavia, è necessario attuare velocemente delle riforme per mantenere la stabilita economica, mitigare i rischi fiscali. Migliorare il clima imprenditoriale e l’applicazione della legge rimangono priorità nonché aumentare gli investimenti in infrastrutture e valorizzazione del capitale umano.
La crescita economica nei Balcani occidentali è arrivata al 3,8% nel 2018 e si prevede che sarà del 3,7% in media nel 2019-2020, simile ai tassi medi dei nuovi Stati membri dell’Unione Europea.
Tuttavia, questa previsione è vulnerabile ai rischi.
Secondo il rapporto, i paesi della regione hanno ora l’opportunità di portare avanti le riforme diminuendo i rischi.
Meno positivo appare invece il rapporto dei nuovi posti di lavoro, di fatto in meno rispetto e qualche anno fa, il che riflette un limitato dinamismo nel settore privato. Nel 2018, solo 96.000 nuovi posti di lavoro sono stati creati nei Balcani occidentali, principalmente nell’industria e nei servizi, rispetto ai 171.200 nuovi posti di lavoro nel 2017. La disoccupazione è diminuita nel 2018, ma rimane comunque elevata, soprattutto per le donne e giovani. In alcuni paesi questo declino ha comportato una riduzione della partecipazione alla forza lavoro e l’aumento dell’immigrazione.
“I politici della regione devono attuare riforme per raggiungere una crescita sostenibile e accelerare il processo di creazione posti di lavoro”, afferma Linda Van Gelder, Country Director, World Bank Europe and Central Asia.
“Le imprese in forte crescita creano la maggior parte dei nuovi posti di lavoro nei Balcani occidentali, ma ci sono pochissime di queste imprese. Rimuovere le barriere che ostacolano la nascita di nuove imprese o la crescita di imprese esistenti crea opportunità per le persone – promuovendo cosi l’imprenditorialità e l’innovazione, sfruttando al meglio il potenziale del capitale umano in questa regione dinamica.
L’aumento dei salari e delle pensioni del settore pubblico è stato un importante fattore di crescita in Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo. Gli investimenti privati e pubblici hanno alimentato dall’altra parte la crescita. In Albania e Macedonia l’aumento delle esportazioni ha sicuramente giocato un ruolo importante nella crescita. Ma gli investimenti esteri diretti hanno avuto altri ritmi, lenti.
In queste condizioni, secondo il rapporto, è vitale per i paesi dei Balcani occidentali attuare le riforme per diminuire i rischi e il malcontento pubblico; rivedere le strade da percorrere per stimolare la produttività, creare nuovi posti di lavoro; sostenere le politiche della concorrenza; rivedere le tasse sul lavoro, l’imposta sul reddito; aumentare le esportazioni.
Nel 2018 l’Albania ha registrato una crescita economica superiore al 4%, la crescita dell’occupazione ha aumentato la forza lavoro e il debito pubblico è diminuito.
“Nonostante questi miglioramenti, per avere sostenibilità della crescita bisognerebbe accelerare le riforme strutturali e di progresso nell’adesione all’UE”, ripete come la collega Maryam Salim, Country Manager for Albania.
Il rapporto vede anche le difficoltà associate al capitale umano nella regione. Se rimangono irrisolti, queste difficoltà limiteranno le prospettive di crescita economica e di riduzione della povertà.
Ad esempio, gli scarsi investimenti nello sviluppo della prima infanzia portano a scarsi risultati nell’istruzione primaria e secondaria in alcuni paesi, dove i sistemi educativi spesso non offrono agli studenti le competenze di cui i datori di lavoro hanno più bisogno.
I programmi di assistenza sociale generale spesso non raggiungono famiglie povere e vulnerabili, mentre i sistemi sanitari non sono in grado di rispondere alla crescita di malattie non trasmissibili. Rimangono elevati i costi privati individuali per la salute.