La Banca Mondiale afferma che il 70% delle famiglie più povere in Albania sono escluse dagli aiuti economici. I dati sono stati resi pubblici in una relazione sul progetto di modernizzazione dell’assistenza sociale.
L’obiettivo della Banca Mondiale
Nell’Aprile del 2013, la Banca Mondiale ha stabilito un nuovo obiettivo per porre fine alla povertà estrema: quello di non avere più del 3% della popolazione mondiale – grazie soprattutto all’assistenza economica – che vive con meno di due dollari al giorno entro il 2030.
Vi sono stati notevoli progressi nella riduzione della povertà negli ultimi decenni. Secondo le stime più recenti della Banca Mondiale, dal 1981 al 2013 il tasso di povertà (ovvero delle persone che vivono con meno di due dollari al giorno) si è ridotto di oltre il 30%, passando da 44% a 10,7%. Un obiettivo quindi alla portata, come si legge sul sito della Banca Mondiale (pagina ufficiale e Open Data per l’Albania)
La situazione in Albania
Anche l’Albania sta cercando, attraverso sussidi e assistenza economica, di combattere e abbassare la povertà. Il rapporto della Banca Mondiale evidenzia come il 10% delle famiglie totali albanesi (circa 75.000 in valore numerico) viva in un contesto di povertà e che solo il 30% di queste riceva assistenza economica da parte dello stato, mentre il restante 70% no.
Ciò significa che circa 53.000 famiglie non beneficano di sussidi seppur ne abbiano bisogno.
La questione dell’assistenza economica è stato da sempre un grande problema in Albania, poiché in passato queste somme di denaro che sarebbero dovute andare a famiglie povere, andavano in tasche altrui.
Solo nel 2012 governo albanese e Banca Mondiale hanno attuato un nuovo programma per la modernizzazione dello schema di assistenza. Il programma, che si concluderà a Dicembre, prevede un nuovo sistema per la definizione delle famiglie assistite.
Nei primi mesi del 2018, questo nuovo sistema ha fatto sì che il governo abolisse aiuti economici per oltre 20.000 famiglie causando forti discussioni politiche. L’opposizione, infatti, ha accusato il governo di togliere da una parte questi sussidi e di aumentare nel contempo il ‘lusso’ degli alti funzionari di stato.