In settimana è salita la preoccupazione per gli esportatori del paese in quanto l’euro ha registrato un nuovo minimo storico di valore degli ultimi dieci anni in relazione alla valuta nazionale d’Albania, riducendo in questo modo considerevolmente i profitti delle esportazioni destinate all’Eurozona.
Il regime di cambio della moneta europea è sceso a 126,74 leke questa settimana, dopo aver stazionato mediamente sui 127,3 leke la settimana precedente. Un calo a picco – del 9% – quello registrato negli ultimi tre anni: nel 2015, infatti, 1 euro veniva cambiato con circa 140 leke.
Le industrie di abbigliamento e di calzature sono quelle più colpite da questa tendenza essendo i principali settori esportatori e considerando anche che importano materie prime dall’Italia mentre i costi di lavoro e le tasse sono sostenuti in leke.
Proseguendo a questi ritmi, i principali esportatori albanesi sostengono che l’economia del paese sarà ridotta di almeno 108 milioni di euro a causa delle perdite nelle esportazioni. Nonostante questo, sia il governo che la banca centrale hanno escluso la possibilità di qualsiasi intervento sul mercato, affermando che il regime di cambio del paese è determinato dalla domanda e dall’offerta del mercato e che il rafforzamento della valuta nazionale è il risultato della rinascita dell’economia albanese.
Tuttavia, l’opposizione e alcuni esperti sostengono un’altra tesi: per loro, questa situazione è stata causata dagli afflussi di euro provenienti da traffici illeciti, come quello della droga e della coltivazione di cannabis, che si presume siano stati riciclati nell’industria edilizia.
Fino ad ora, la banca centrale ha soltanto invitato a non fare conversioni di valuta affrettate per evitare enormi perdite future ribadendo di non poter intervenire fino a quando, fatti alla mano, il rafforzamento della valuta nazionale sarà il risultato dell’aumento dell’offerta di valuta estera.
Tutta questa situazione potrebbe andare a ripercuotersi in futuro anche sui massicci risparmi in euro degli albanesi (circa la metà dei risparmi totali con un valore che ammonta a circa 2 miliardi di euro), i quali per il momento non sono stati colpiti da questa tendenza.