L’euro ha raggiunto il tasso di scambio più basso con il lek dall’inizio di quest’anno.
Secondo i dati ufficiali della Banca d’Albania, un euro oggi è stato scambiato a 123.26 lek, valore di circa 0.08 lek in meno rispetto a ieri e che rappresenta il livello più basso raggiunto dall’euro dalla fine dello scorso anno.
Le cause
Gli esperti di economia indicano alcune cause alla base del deprezzamento della valuta nel paese. In primis, l’offerta di euro nel mercato interno è elevata rispetto alla domanda che continua ad essere debole. La crisi politica del paese, infatti, sta influenzando i consumi delle persone, le quali stanno comprando e spendendo di meno.
Con l’avvicinarsi della stagione estiva, gli esperti prevedono che l’euro continuerà la sua tendenza al ribasso a causa degli afflussi di moneta estera che arriveranno nel paese assieme ai turisti e agli emigrati che torneranno nel Paese delle Aquile per le vacanze.
Lo scorso anno, per sopperire alla caduta libera dell’euro la Banca d’Albania ha acquistato un Eurobond (un prestito obbligazionario) da 500 milioni di euro. Un evento raro visto che l’Albania dal 1992 manteneva un regime di valute liberamente fluttuanti a differenza di altri paesi dell’area dei Balcani che hanno da sempre optato per tassi di cambio fissi con monete estere – nello specifico per l’euro – come la Bosnia e la Bulgaria.
Pro e contro del crollo dell’euro
Il crollo del valore dell’euro ha avuto una serie di effetti negativi per l’economia altamente euroizzata del paese, andando a colpire soprattutto le imprese che esportano in euro nell’occidente, così come anche i produttori locali, costretta ad affrontare una concorrenza più dura causata da importazioni meno care.
D’altra parte, il rimborso dei prestiti è diventato più economico per gran parte dei prestiti in euro, a partire dal debito estero del governo ma anche quelli di famiglie e imprese.
Quest’ultimo, nel suo bilancio del 2019, ha citato la caduta libera dell’euro come causa delle basse performance rigurdanti i profitti in entrata. Il ministero delle finanze, infatti, sostiene che il deprezzamento sia dell’euro che del dollaro americano abbia inciso negativamente sulle entrate riguardanti le merci importate.