Il governatore della banca centrale, Gent Sejko, ha annunciato nella giornata di oggi – come riporta Balkan Insight – il consiglio di sorveglianza della banca ha autorizzato l’intervento nel mercato valutario per evitare un ulteriore rafforzamento della valuta locale, ovvero il leke, che ieri ha raggiunto il nuovo record di valore in relazione all’euro degli ultimi dieci anni.
“Gli acquisti in valuta estera mireranno a eliminare temporaneamente la valuta in eccesso nel mercato, evitando così un ulteriore rafforzamento del leke” – le parole di Sajko in un comunicato stampa, che poi ha anche aggiunto:
“Questa operazione andrà avanti fino a quando ci sembrerà necessario”.
Il rapporto tra la moneta albanese, il leke, e l’euro era stabile da diversi anni a circa 140 leke per ogni euro. Tuttavia, la valuta albanese si è iniziata a rafforzare nel 2016 registrando valori mai visti soprattutto quest’anno. A cavallo tra fine Maggio ed inizio Giugno, inoltre, il valore dell’euro è continuato a scendere a picco; ieri, ad esempio, un euro veniva cambiato per soli 124 leke.
Le cause dell’improvviso rafforzamento del leke sono state animamente dibattute dai media, politici ed esperti d’economia. In molti sostengono che la tendenza è dovuta alle entrate in euro derivanti dal contrabbando di droga, ma le autorità statali, pur accettando l’improvvisa crescita di valore del leke, hanno evitato di discutere sulle possibili cause del fenomeno.
Sejko, oggi, ha anche ammesso che la sua precedente dichiarazione del 2 Maggio – in cui definiva temporaneo il rafforzamento della valuta nazionale – non era corretta:
“Durante l’ultimo mese il tasso di cambio si è ulteriormente rafforzato, e ad un ritmo più veloce.” – ha precisato Sejko.
Per questo motivo la banca centrale, dopo aver avvertito la popolazione di non effettuare affrettati cambi per evitare ingenti perdite future, ha deciso di intervenire. Un evento raro visto che l’Albania dal 1992 manteneva un regime di valute liberamente fluttuanti a differenza di altri paesi dell’area dei Balcani che hanno da sempre optato per tassi di cambio fissi con monete estere – nello specifico per l’euro – come la Bosnia e la Bulgaria.