Il Sindicato Unito dei Minatori di Bulqizë protesta contro le condizioni di lavoro dell’azienda AlbChrome e le istituzioni pubbliche: “chiediamo giustizia e dignità”.
Come annunciato nei giorni scorsi, domenica, 26 gennaio, nel loro giorno di riposo, il Sindacato Unito dei Minatori di Bulqizë con il supporto di centinaia di attivisti, ha svolto una manifestazione di protesta a Tirana, contro le condizioni di lavoro imposte dall’azienda AlbChrome, proprietà del noto imprenditore Samir Mane, una condizione vissuta nel silenzio totale delle istituzioni pubbliche e dei media.
Il Sindacato, con il supporto degli attivisti dell’Organizzazione Politica (un movimento di attivisti di sinistra), studenti, il Centro del Movimento per l’Auto-Determinazione (Vetëvendosje) a Tirana e attivisti del “Iniziativa Hashtag” (Nisma Thurje), si sono dati appuntamento alle 11:00 di domenica, presso la sede del Ministero delle Finanze, chiedendo il diritto di poter rinegoziare il contratto collettivo ritenuto da loro obsoleto. Durante il suo discorso, Elton Debreshi, capo del Sindicato Unito dei Minatori di Bulqizë, licenziato da AlbChrome insieme ad altri 4 minatori subito dopo la nascita del Sindicato, ha esplicitato le richieste dei minatori, dichiarando: “Noi minatori di Bulqizë siamo venuti a Tirana per cercare giustizia e dignità. Per mesi siamo stati vessati dalla società AlbChrome, che ha fatto pressioni sulla nostra attività sindacale.
Tra le richieste dei minatori espressi durante la protesta di oggi, possiamo elencare:
– l’aumento dello stipendio;
– La riduzione delle aliquote che negli ultimi anni sono aumentate
– Il riconoscimento dei lavori usuranti e quindi la pensione anticipata
– L’indennità per tutti gli infortuni sul lavoro
– Lo stop delle pressioni aziendali sui minatori;
– Il rientro immediato al lavoro dei quattro minatori membri del sindacato, ingiustamente licenziati: Elton Debreshi, Beqir Durçi, Behar Gjimi e Ali Gjeta”.
Minatori e attivisti si sono ripetutamente scontrati verbalmente con la polizia di stato, che ha dichiarato illegale la loro protesta, mentre i minatori sostengono di aver completato tutte le procedure legali necessarie per tenere la protesta. I minatori, sotto gli slogan “viva i minatori, abbasso gli oligarchi’ e “lo stato è di Samir Mane (l’imprenditore n.d.r) ” hanno poi proseguito sul Boulevard “Martiri della Nazione”, diretti presso la sede del governo, ovvero l’ufficio di Rama, il quale un po’ di tempo fa, rivolgendosi agli imprenditori Italiani, li aveva invitati a investire in Albania vantandosi della mancanza dei sindacati. E’ in questo contesto che i minatori di Bulqizë hanno creato il loro nuovo sindacato, ma subito dopo la nascita sono stati licenziati quattro membri.
Durante il suo percorso di crescita, le attività organizzate dal sindacato hanno vissuto un totale oscuramento dai principali giornali e dalle emittenti televisive nazionali “sotto la pressione dell’azienda” come sostengono gli stessi sindacalisti “perché verrebbero a mancare gli introiti provenienti dal marketing delle sue aziende. Un ulteriore legittimazione per le nostre richieste di rispetto e riconoscimento dei nostri diritti” sostengono i minatori, che sollevano preoccupazioni sull’orientamento dei media verso il guadagno economico che va in contrapposizione al diritto dell’informazione dei cittadini.
Dopo il sit-in davanti alla sede del governo, i minatori si sono radunati presso la sede della società AlbChrome per poi proseguire verso la sede dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, per protestare contro la mancanza dei controlli nelle miniere, disinteressandosi sugli incidenti mortali e infortuni, in grave violazione del Codice del Lavoro.