Di fronte alle forti pressioni locali e internazionali, la maggioranza del Parlamento albanese, controllato dal Partito Socialista del premier Edi Rama, ha fatto marcia indietro e ha deciso di posticipare la discussione cancellando dal calendario dei lavori il dibattito sulla legge sui Media Audiovisivi, facente parte del “pacchetto anti-diffamazione” e bocciato dal presidente.
Il capogruppo socialista, Taulant Balla, ha dichiarato che il voto sarà rinviato in attesa che la Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa, esprima la propria opinione il 20-21 marzo prossimo. “Chiediamo che la discussione rimanga all’ordine del giorno, ma la discussione dovrebbe essere rinviata fino a quando la Commissione di Venezia, il 20 o 21 marzo, non avrà dato il suo parere, così come abbiamo fatto in occasione della riforma della giustizia, dove questa Commissione, ha avanzato proposte serie da noi recepite, oltre alle altre leggi che abbiamo migliorato in base alle loro indicazioni”.
Gli emendamenti della legge sui media audiovisivi e sulle comunicazioni elettroniche sono stati contestati dalla comunità dei giornalisti albanesi e da altre istituzioni internazionali.
Subito dopo il voto del Parlamento, ha reagito via Twitter l’Ambasciatore UE a Tirana, Luigi Soreca, che ha accolto con favore la decisione del Parlamento sul rinvio, dichiarando “Accogliamo con favore la decisione della maggioranza di governo di posticipare il voto sulla legge per i Media Audiovisivi. Rimaniamo in attesa dell’opinione della Commissione di Venezia e incoraggiamo le autorità a rispondere alle crescenti preoccupazioni delle organizzazioni dei media e della comunità internazionale”.
Anche il Centro Europeo per la Libertà dei Media e della Stampa (the European Centre for Press and Media Freedom), ha reagito su Twitter: “Piccola vittoria: accogliamo con favore la decisione del parlamento albanese di sospendere l’approvazione delle modifiche alla legge sui media fino a quando la Commissione di Venezia non abbia espresso la sua opinione. Continuiamo a monitorare attentamente gli ulteriori sviluppi sul caso in Albania”.
Due settimane fa il Presidente della Repubblica Ilir Meta, aveva bocciato la legge sui media, approvata dal parlamento, a fine dicembre dell’anno scorso. Il Capo dello Stato ha sostenuto nelle sue motivazioni che la normativa è “in violazione ai principi fondamentali di uno stato di diritto; il diritto d’espressione e dell’informazione”. Intervistato oggi dai media ha commentato la decisione del Parlamento, dove ha affermato di apprezzare la questa scelta. “Accolgo con favore la decisione positiva del parlamento di rinviare la discussione del cosiddetto “pacchetto anti-diffamazione “, ha affermato Meta.
Anche il Partito Democratico ha reagito dopo la decisione del Partito Socialista di rinviare la discussione sulla bocciatura della legge incluso nel pacchetto anti-diffamazione, da parte del Presidente. L’ex deputata del Partito Democratico Albana Vokshi lo definisce una vittoria per la libertà di parola.
“La libertà di parola ha vinto. Edi Rama ha giurato per settimane che avrebbe fatto votare in parlamento il pacchetto della censura contro i media online. Si è ritirato oggi da un’iniziativa incostituzionale contro la quale hanno protestato i giornalisti, l’opposizione, la Commissione europea, il Consiglio d’Europa e l’OSCE.
Gli argomenti usati per rovesciare il decreto del Presidente, che ha bocciato la legge come anticostituzionale, sono finiti per essere una propaganda vuota. Abbiamo vinto una battaglia sulla giusta causa. Edi Rama aveva approvato una legge che minacciava i giornalisti e i media online con carcere, chiusure e multe. Il potere di Edi Rama si sta sgretolando giorno dopo giorno. Insieme, possiamo salvaguardare le nostre libertà, la libertà di espressione, la libertà di voto, la libertà di scelta”.
Rispondendo ai media sui motivi che hanno costretto il parlamento a rinviare il “pacchetto anti-diffamazione”, in attesa di un parere della Commissione di Venezia, il funzionario dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Bas Klein, ha risposto che ci sono molte preoccupazioni sulla legge, e che è necessario un dibattito generale in merito.
“Abbiamo chiesto un parere alla Commissione di Venezia in quanto vi sono molti quesiti su questa legge. In molti temono che alcune delle sue disposizioni non siano in linea con le norme europee in materia di media e libertà di espressione. Non abbiamo posto domande specifiche, ma abbiamo chiesto un parere generale sulla legge”, afferma il funzionario del Consiglio d’Europa, Bas Klein.