Nel maggio 1987, il fotogiornalista olandese Piet den Blanken visitò l’Albania comunista facendo parte di un gruppo di viaggio.
Nonostante il divieto di contatto tra gli albanesi e i visitatori stranieri e il divieto di scattare foto per strada, den Blanken è riuscito a documentare la vita quotidiana degli albanesi sotto il regime comunista.
Trent’anni dopo, le sue immagini ritornano a Tirana in occasione di una mostra itinerante con dodici fotografi olandesi che guardano indietro il lavoro che hanno fatto nel Europa centrale e dell’Est tra il 1979 e il 1991.
“L’Albania era uno dei paesi più chiusi in Europa fino al 1990. Era difficile viaggiare in Albania, come oggi è difficile viaggiare in Corea del Nord. L’unico modo per fotografare in Albania era quello di visitare il paese come un turista parte di un gruppo guidato da una guida albanese”, dice il fotografo Piet den Blanken citato dagli organizzatori della mostra.
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Durante la giornata seguiva il programma ufficiale del gruppo. In questo modo ha cercato di documentare un’altra immagine del paese, quella non mostrata nel programma ufficiale del gruppo.
Alla fine del viaggio, i suoi film e le sue cose furono sequestrate. Essendo già preparati per i vari incidenti con la polizia, quindi aveva dato tutti i suoi scatti ad un altro membro del gruppo. Johan Janse ha nascosto i rullini nel suo bagaglio e ha potuto portarli fuori paese.
I 12 fotografi olandesi mostrati nella mostra “L’altra faccia” sono stati testimoni di momenti storici, come l’emergere del sindacato polacco Solidarnosc a Danzica nel 1980, la caduta del Muro di Berlino e la rivoluzione rumena del 1989.
La mostra “L’altra faccia del comunismo albanese”
Con il sostegno dall’Ambasciata Olandese a Tirana, la mostra “L’altra faccia del comunismo albanese” sarà aperta al pubblico dal 17 al 30 agosto presso il Museo Storico Nazionale Albanese .