Nella giornata di oggi gli studenti di architettura, di ingegneria edilizia e di sviluppo urbano di Tirana, hanno occupato le strade in segno di protesta contro la decisione del governo di aumentare le tasse universitarie.
Nello specifico, tra le richieste degli studenti c’è la rimozione della tassa da 670 lek per ogni credito residuo da ottenere per ogni anno arretrato e il pagamento della quota di iscrizione totale per l’anno a gennaio, anziché a dicembre.
La protesta
Centinaia di studenti si sono riuniti nel cortile di fronte all’università politecnica di Tirana e hanno marciato per le strade della città dirigendosi verso il ministero dell’istruzione.
Gli studenti delle altre università di Tirana, la maggior parte proveniente dalla facoltà di scienze naturali e di legge, hanno aderito alla protesta sulla via che porta al ministero dell’istruzione.
Il vice-ministro all’istruzione, Besa Shahini, ha richiesto un organo rappresentativo degli studenti per un confronto; richiesta rifiutata da parte degli studenti, i quali, invece, hanno lanciato uova sulle pareti dell’edificio del ministero.
Anche dall’università Aleksander Xhuvani di Elbasan hanno espresso la loro solidarietà, boicottando le lezioni fino all’ora di pranzo e avvertendo che lo sciopero continuerà fino a giovedì, mentre venerdì si uniranno fisicamente alla protesta di Tirana.
Nessun commento è arrivato dal ministro all’istruzione, Lindita Nikolla, a differenza del premier Edi Rama che si è espresso sulla questione rispondendo ad un commento su Facebook:
“Acconsentire al fatto che voi, contribuenti, paghiate le spese universitare per gli studenti indietro con gli studi? Io personalmente non la penso così e il secondo punto è che non ci sono stati aumenti delle tasse dal 2014 (che non è qualcosa che il ministero decide in ogni caso, ma l’università stessa, è chiamata autonomia educativa ma la disinformazione è molto diffusa nella minoranza che non vuole accettare la riforma dell’istruzione).” – ha scritto il primo ministro Rama.