Le scosse di terremoto sembrano non voler lasciare in pace il distretto di Korçë: anche nella prima mattina di oggi, infatti, sono state registrate due scosse di magnitudo rispettivamente 2.9 e 3.6 della scala Richter.
Altre scosse, più lievi, erano state registrate durante la notte (magnitudo 2.1 e 2.4). Secondo i dati dell’unità sismica di Korçë, sono più di 65 le attività sismiche rilevate dalla prima scossa risalente alla notte tra venerdì e sabato.
Il quadro
La protezione civile di Korçë ha reso noto che nel distretto ci sono un totale di 180 abitazioni danneggiate, il 60% delle quali è rimasta inabitata. Per questo motivo, circa 230 cittadini sono stati momentaneamente sistemati nella tendopoli allestita dalle forze armate.
Oltre ai rifornimenti di acqua e cibo, nella tendopoli è stato installato anche un centro per il primo soccorso:
“A richiedere assistenza medica sono stati principalmente anziani, per pressione alta, bambini a causa dell’ansia e una donna in stato interessante, che è stata immediatamente trasportata all’ospedale di Korçë per ulteriori controlli.” – ha affermato lo staff medico del campo.
Tuttavia, molti dei cittadini sfollati si sono lamentati delle condizioni della tendopoli affermando che questa non rispetta gli standard minimi. Alcuni dei protestanti hanno addirittura tentato di abbandonare il centro d’accoglienza, ma sono stati fermati dalle autorità presenti.
Il racconto di una notte terribile
Il villaggio più colpito dalle scosse è stato sicuramente quello di Floq, epicentro di una delle attività sismiche più intense registrate nel week-end. Alcuni di loro hanno raccontato la terribile esperienza ai microfoni di Reporter:
“Le pareti hanno iniziato a cedere. Siamo usciti dall’abitazione urlando, mentre alle nostre spalle la nostra casa andava in pezzi. Abbiamo sentito i nostri vicini urlare.
Un componente della famiglia, uscendo dall’abitazione, era stato colpito in testa dalla struttura del camino. Per fortuna, altre strutture hanno ammortizzato l’impatto. In ospedale gli hanno confermato che era tutto ok.” – afferma il cittadino Fatmir Bekolli.
“Ci siamo salvati per un pelo. Ci è crollato addosso una parte del soffitto ma fortunatamente siamo riusciti ad abbandonare da vivi l’abitazione.
Ora stiamo vivendo e dormendo qui al campo. Fa freddo sì, è difficile ma non abbiamo alternativa. La mia preoccupazione è per i bambini, io sono anziana non mi importa delle condizioni, mi adatto.” – ha aggiunto Mirsie Roli, componente di una delle tante famiglie costrette ad abbandonare il villaggio di Floq.