Sabato, per più di 4 ore, la “Rruga e kombit – Via della Nazione” è diventata un campo di battaglia a causa degli scontri avvenuti tra polizia e gli abitanti delle città di Kukës, Has e Tropojë, i quali hanno protestato per l’attuazione della tassa di pedaggio (un minimo di 5 euro) nel tratto di confine tra Albania e Kosovo.
Entrambe le parti in causa sono rimaste ferite, inoltre, è stata distrutta uno dei caselli deputati al pagamento di questo pedaggio; per questo motivo, Edi Rama nella conferenza stampa indetta nel tardo pomeriggio di sabato aveva preannunciato e assicurato che questi ‘atti vandalici’ sarebbero stati puniti in maniera esemplare.
Tutto questo mentre il partito d’opposizione, il partito democratico, nelle parole del suo leader Lulzim Basha richiedeva il dietrofront della polizia di Kukës. Ciò non è accaduto, anzi, durante la notte tra sabato e domenica la polizia ha dato il via al valzer degli arresti preannunciato.
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Gli arresti dei manifestanti nella notte
“Chiunque ha osato attaccare le forze dell’ordine, in entrambi i lati del confine, non sfuggirà alla legge” – aveva detto sabato in conferenza stampa Edi Rama.
Le forze speciali di polizia (RENEA a FNSH), infatti, alle tre circa della notte tra sabato e domenica sono entrate nella città di Kukës arrestando molte persone con l’accusa di essere i principali responsabili – come definite dallo stesso Rama – degli scontri di sabato.
Non ci sono cifre ufficiali sul numero totale degli arresti, quel che è certo è che le forze speciali di polizia sono entrate ‘con la forza’ negli appartamenti per portare a termine gli arresti. Nel frattempo, i familiari degli arrestati si sono riuniti nella mattinata di ieri davanti al commissariato di Kukës, ignari di dove siano stati portati i loro cari:
“La polizia è entrata nel nostro appartamento alle 03:00 del mattino. Non ci hanno fatto sapere più nulla, non sappiamo dove siano stati portati gli arrestati”