Tantissimi credenti albanesi si sono recati tra la serata di ieri e la mattinata di oggi nella chiesa di Laç per celebrare il giorno di Sant’Antonio, il religioso dei miracoli proclamato santo da papa Gregorio IX nel 1232.
In numero nettamente inferiore rispetto agli ultimi anni a causa della pandemia del COVID-19, i credenti con candele alla mano hanno celebrato i loro riti religiosi nei pressi della chiesa di Laç. Quest’anno tuttavia, proprio a causa della pandemia mondiale, il rituale di Sant’Antonio non si è svolto come da consuetudine.
Da tradizione, infatti, il rituale dei 13 martedì (che quest’anno non si è svolto) inizia a metà marzo – primo giorno di pellegrinaggio nel santuario di Sant’Antonio – e termina il 13 giugno, data in cui si celebra il Santo stesso (che nel Medioevo marcava il solstizio d’estate per il noto errore del calendario giuliano).
Per tredici martedì consecutivi, i credenti con preghiere speciali affrontano il loro destino credendo nei miracoli di Sant’Antonio. Il santo rituale inizia subito appena passata la città di Laç, incamminandosi verso la montagna: la prima fermata viene effettuata nel luogo in cui si pensa che Sant’Antonio sia passato. Nelle pietre di questo luogo, infatti, ci sono i segni dei suoi piedi e delle sue mani. Tutti i credenti attraversano questo luogo per loro sacro toccando con mani, testa e l’intero corpo i posti in cui si crede che Sant’Antonio sia passato.
Il Santo dei miracoli
Sant’Antonio è conosciuto anche come il Santo dei Miracoli, o il Taumaturgo, cioè colui che opera prodigi. Tra i suoi numerosi miracoli si ricordano soprattutto La Mula, Il Neonato che Parla, Il Pane dei Poveri, Il Piede Riattaccato, e il Cuore dell’Avaro.
In alcune chiese francescane o, comunque, legate particolarmente a Sant’Antonio, il giorno della sua festa (13 giugno) si è soliti benedire dei piccoli pani, che poi vengono distribuiti ai fedeli e consumati per devozione. In alcuni paesi sono gli stessi fedeli o qualcuno di loro a prendere l’iniziativa. Tale devozione deriva certamente dall’iniziativa dei “pane dei poveri” che nel passato era molto viva presso le chiese.
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