Sei mesi dopo che il partito di socialista ha usato la maggioranza parlamentare per bloccare la sua richiesta d’arresto per contrabbando di droga, il ministro degli interni albanesi, Saimir Tahiri, ha rassegnato nella mattinata di oggi le proprie dimissioni perdendo di conseguenza l’immunità dagli arresti
“Fino al giorno in cui verrà resa nota tutta la verità, non sarò più un deputato ma un cittadino comune” – ha detto Tahiri in un lungo discorso in cui ha anche accusato il suo stesso partito di tradimento.
Saimir Tahiri, 39 anni, è stato eletto per la prima volta parlamentare nella lista del partito socialista nel 2009 per poi diventare ministro degli interni nel 2013, nel primo governo di Edi Rama. Divenne famoso nel 2014 per il blitz da lui ordinato nel famigerato villaggio di Lazarat, nota come la capitale della cannabis europea; l’operazione lo fece elogiare molto dagli analisti e gli esperti politici, che lo indicarono come possibile successore di Edi Rama a capo del partito socialista.
Inoltre, l’operazione divenne celebre anche in Italia poiché la redazione de “Le Iene” se ne occupò in prima persona con l’inviato Luigi Pelazza, che si recò a Lazarat per descrivere la situazione ed intervistare il sindaco della città.
Saimir Tahiri fu accusato nel 2017, in quanto più volte citato nelle intercettazioni telefoniche di bande ed organizzazioni criminali sul traffico di droga. In seguito, i pubblici ministeri albanesi hanno chiesto al parlamento il permesso di arrestarlo; tuttavia, la maggioranza del partito socialista respinse la richiesta come ‘infondata’.
Nonostante questo, Rama ha affrontato una crescente pressione sulla sua posizione riguardo al problema. La settimana scorsa, quando si è recato in Germania sperando di ottenere il loro sostegno nell’apertura dei negoziati ufficiali dell’Albania verso l’UE, i parlamentari tedeschi lo hanno interrogato sulla richiesta d’arresto di Tahiri. In Albania, infatti, la questione è stata interpretata come una possibile battuta d’arresto per le speranze di integrazione europea del paese:
“Da cittadino comune, affronterò i pubblici ministeri, i tribunali, la giustizia e la legge. E farò lo stesso anche con i clown della politica che hanno fatto del male a questo paese” – si è espresso così sulla questione Saimir Tahiri.