Le elezioni parlamentari condotte pacificamente lo scorso anno hanno regalato all’Albania un leggero miglioramento nell’indice di democrazia rivelato dall’annuale rapporto pubblicato dall’Istituto statunitense Freedom House, secondo il quale il paese ha ottenuto 4,11 punti da 4,14 del 2016.
Tuttavia, la vittoria della maggioranza socialista, secondo il rapporto annuale dell’organizzazione pubblicato lo scorso mercoledì, aumenta l’opportunità e i rischi di un autoritarismo.
La pubblicazione rivela preoccupazione verso la crescente politica non liberale che sta caratterizzando molti paesi dell’area dei Balcani e dintorni: come ad esempio, le tendenze autocratiche del presidente della Serbia Aleksandar Vučić oppure come le tendenze negative che si stanno sviluppando in Ungheria e Polonia.
Le valutazioni sono basate su una scala da uno a sette, con uno che rappresenta il più alto livello di progresso democratico e sette il più basso.
Nell’area dei Balcani, Romania, Bulgaria, Serbia, Ungheria e Croazia sono considerati paesi con democrazie consolidate a metà, mentre Albania, Kosovo, Macedonia e Bosnia sono considerati regimi ibridi in cui la democrazia non è ancora arrivata.
L’Albania
Nel caso specifico dell’Albania, il rapporto sottolinea che la vittoria della maggioranza socialista durante le elezioni dello scorso anno può rivelarsi un’arma a doppio taglio: da una parte permette al governo di fare passi in avanti nella lotta contro la corruzione, dall’altra, invece, permette al premier Edi Rama pratiche ‘autoritarie’ – come l’elezione di Ilir Meta a presidente della Repubblica – che potrebbero portare il paese nella direzione opposta rispetto a quella della democrazia, ovvero verso l’autoritarismo.
“Per l’Albania il 2018 promette di migliorare il governo ma allo stesso tempo evidenzia anche problemi di autoritarismo. Con una maggioranza in parlamento, il Partito Socialista al governo e il suo primo ministro hanno una chiara opportunità di attuare riforme importanti potenzialmente utili nella ridurre la corruzione nel paese. D’altra parte, il completo controllo in possesso del primo ministro Rama può portare anche ad istituzioni con tendenze autoritarie.” – si legge nel rapporto di Freedom House.
L’Albania è considerato un paese che ha compiuto tanti passi in avanti quanti indietro, la cui responsabilità sempre essere per lo più di Rama. Ad esempio quando lo scorso anno alcuni alti funzionari di polizia furono arrestati per legami con la criminalità, questo passo in avanti fu compensato negativamente dalla controversa decisione della maggioranza parlamentare socialista di rifiutare la richiesta della procura per l’arresto dell’ex ministro degli interni Saimir Tahiri .
Per questo – afferma il rapporto – che la scelta unilaterale del procuratore generale Arta Marku, i voti della maggioranza socialista, il boicottaggio parlamentare da parte dell’opposizione, che ha ostacolato la creazione di nuovi organi di giustizia, e la pratica di Rama di avere un governo sotto il proprio controllo potrebbero portare sviluppi negativi sulla democrazia.
Ilir Meta replica a rapporto Freedom House
Il presidente albanese della Repubblica Ilir Meta ha replicato oggi al rapporto pubblicato dalla Ong Freedom House, che nel capitolo sullo stato di democrazia in Albania sosteneva che “la lotta alla corruzione ha subito un colpo con l’elezione, lo scorso 28 aprile, all’incarico del presidente della Repubblica, di Ilir Meta, visto dai cittadini quale simbolo della corruzione”.
Tedi Blushi, il portavoce di Meta ha dichiarato che “notiamo con rammarico, l’utilizzo del rapporto in funzione delle agende politiche unilaterali in Albania. Il presidente Meta è stato eletto a seguito di un processo democratico e conforme alla costituzione, in un momento delicato per il paese. In modo forzato e unilaterale, il rapporto, non solo ha deformato la realtà dei fatti, ma in modo speculativo cerca di creare degli artificiali focus”, ha sostenuto il portavoce.