Anche se il numero di studenti universitari in protesta è diminuito significativamente rispetto a dicembre, oggi – nonostante il freddo gelido che ha avvolto la capitale – altre proteste si sono tenute di fronte all’ufficio del primo ministro.
La situazione
Gli studenti hanno nuovamente ribadito che il premier Edi Rama ha soddisfatto solo parzialmente le loro richieste, le quali vengono considerate nella categoria dei diritti umani universali.
Rama, d’altra parte – durante l’ultima assemblea del partito socialista a dicembre – ha annunciato una serie di emendamenti in risposta alle proteste studentesche che prevedono miglioramenti economici per gli studenti di alto livello e per quelli con difficoltà fisiche e/o economiche, ma non per tutti gli altri.
I miglioramenti di Rama si sono concentrati principalmente sulla riduzione totale delle tasse per gli studenti di alto livello e per coloro in difficoltà economiche e sulla riduzione parziale per gli studenti che riescono a mantenere il loro voto superiore a sei, promettendo anche migliori condizioni di vita nei dormitori e nelle aule.
Tuttavia, una dichiarazione ufficiale di pagamento all’università emersa online recentemente, evidenzia come a tutti gli studenti venga ancora addebitato la quota completa, nonostante le affermazioni di Rama riguardanti l’immediatezza con la quale entreranno in vigore i nuovi emendamenti.
Gli studenti, d’altra parte, hanno chiesto una riduzione completa delle tasse di fronte a un sistema educativo che sostengono sia paralizzato dalla corruzione, oltre alla richiesta di una maggiore partecipazione degli studenti e trasparenza nel processo decisionale delle università.
Il conseguente terremoto al governo
A causa anche della protesta studentesca, Edi Rama ha deciso di sostituire ben otto dei suoi ministri, colpevoli ‘di avergli nascosto la vera situazione del paese’.
Lindita Nikolla sostituita da Besa Shahini nel ministero dell’istruzione.
Arben Ahmetaj sostituito da Anila Denaj nel ministero delle finanze.
Ditmir Bushati sostituito da Genti Cakaj nel ministero degli esteri.
Damian Gjiknuri sostituito da Belinda Ballaku nel ministero delle infrastrutture.
Niko Peleshi sostituito da Blendi Cuçi nel ministero dell’agricoltura.
Mirela Kumbaro sostituita da Elva Margariti nel ministero della cultura.
Sonila Qato sostituita da Eduard Shalsi nel ministero per la protezione dell’imprenditorialità.
Senida Mesi sostituita da Erion Brace come vice-primo ministro.