Il governo albanese sta pianificando di riconoscere ufficialmente a livello amministrativo la lingua delle minoranze nei municipi dove esse compongono almeno il 20% della popolazione totale.
La proposta, arrivata del ministro degli interni e che verrà discussa presto in parlamento, prevede per le minoranze etniche il diritto di utilizzo della loro lingua a livello amministrativo locale in ogni municipio in cui le stesse minoranze compongono almeno il 20% della popolazione totale.
Secondo la bozza del ministero degli interni pubblicata da Shqiptarja.com, in questi municipi le minoranze avranno il diritto di indicazioni e segnaletica stradale nella loro lingua, così come per la toponimia di piazze, strade e quartieri.
La bozza legislativa
La nuova bozza legislativa è ora al vaglio della commissione parlamentare e dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2020:
“Nelle unità amministrative locali, le persone appartenenti ad una minoranza nazionale che costituiscono almeno il 20% della popolazione totale creano le condizioni per l’utilizzo della lingua della minoranza in questione.” – si legge nella bozza proposta dal ministero degli interni, la quale definisce anche i casi in cui sarà previsto il bilinguismo:
“[…] Durante il processo di informazione dei diritti delle minoranze, in tutto ciò che riguarda il governo il locale, durante le sessioni di consulenza con la comunità prima di esaminare e approvare atti ufficiali, nel presentare richiesti o reclami agli organi del governo locale, nel presentare iniziative sociali indirizzate al consiglio comunale attraverso rappresentanti autorizzati e […] nella segnaletica stradale e nelle denominazioni di strade, piazze e aree amministrative.”
L’Albania riconosce attualmente diverse minoranze, tra cui quella greca, quella montenegrina, quella arumena e – la più recente – quella bulgara.
Un anno fa la questione del bilinguismo aveva portato Albania e Grecia ad un conflitto diplomatico. Nel distretto di Saranda dove è maggiormente presente la minoranza greca, infatti, a maggio 2019 furono introdotti numerosi cartelli stradali solo in lingua greca o dove la lingua albanese compariva come lingua secondaria. Rimossi dall’autorità stradale albanese, i cartelli furono revisionati e rimessi in conformità con la legge albanese dopo la dura reazione arrivata dalla Grecia.