L’UE invita la politica albanese di seguire i passi da lei dettati, pena la prospettiva europea dell’Albania. Berisha ha annullato la manifestazione di sabato 29 gennaio, invece Rama è convinto di andare avanti nonostante i richiami da più parti.
“L’UE è con voi, vogliamo che la prospettiva europea dell’Albania diventi realtà. Come punto di partenza vogliamo che si dia fine alla violenza e all’estensione della tensione. Non è una maniera europea la soluzione delle controversie politiche attraverso la violenza, come abbiamo visto venerdì scorso”. “Il futuro europeo dell’Albania dipende se i leader politici fanno ciò che li chiediamo e lo fanno adesso”. È il monito della Commissione Europea, dichiarato dal suo inviato speciale a Tirana Miroslav Lajcak che ha voluto esprimere all’inizio deanche il cordoglio alle famiglie dei 3 manifestanti uccisi. Lajcak si è incontrato ieri mattina con il Presidente albanese Bamir Topi, il Primo Ministro Sali Berisha e il leader dell’opposizione Edi Rama. L’UE è preoccupata della situazione creatasi in Albania e detta il da farsi per la politica albanese in nome del “futuro europeo”. Bisogna prevenire ogni tipo di violenza e lo spargimento di sangue, garantire il funzionamento e il rispetto delle istituzioni, condannare i responsabili dell’uccisione dei 3 manifestanti, evitare le azioni che dividono ancora di più la politica albanese e infine ritornare nella strada europea.
L’UE è pronta a sostenere l’Albania e lo sono anche i Commissari Caterine Ashton e Stefan Fule, ma dovranno essere i leader albanesi a fare “la prima mossa giusta nella direzione giusta”. “Loro sanno esattamente cosa dovrà essere fatto”.
Ieri è arrivata anche la risposta positiva del Dipartimento di Stato americano per l’assistenza tecnica nelle indagini sulle uccisioni avvenute durante gli scontri. L’aveva richiesto ufficialmente martedì, il Procuratore generale albanese Ina Rama, e come comunicato dall’ambasciatore americano Alexander Arvizu, gli Stati Uniti offriranno il loro supporto. Tra l’altro, Arvizu si è congratulato con Berisha per aver deciso ieri di annullare la manifestazione prevista per sabato 29 gennaio, ma ha espresso il suo rammarico che Edi Rama è deciso di scendere in piazza il 28. Non solo Arvizu ma anche il Vice segretario di Stato americano per gli affari europei, Philip Gordon, ha chiesto a Rama di annullarla per via del potenziale di violenza che la può caratterizzare.Un appello rinnovato anche dal Presidente albanese Topi che ha suggerito “la sospensione temporanea di ogni tipo di manifestazione politica” perché contribuirà nell’abbassare i toni e creare spazi per consentire un’indagine trasparente, imparziale e professionale sui fatti del 21 gennaio. Secondo il Presidente Topi, “maggioranza e opposizione bisogna che trovino la volontà politica ed individuale per ristabilire il dialogo politico ed istituzionale”.
Edi Rama non si ritira dalla manifestazione indetta per venerdì prossimo. L’aveva già dichiarato martedì, ma lo ha annunciato anche ieri attraverso una dichiarazione per la stampa. Sarà fatta di fiori, candele e preghiere. Un discorso emotivamente forte il suo, fondato sulla dicotomia violenza – pace: “chi crede nella cecità della violenza e non alle lacrime della pace, non c’entra con il nostro percorso di resistenza pacifica”. “Chi crede nell’impazienza della violenza e non nella persistenza della pace, non c’entra con il nostro percorso di resistenza pacifica”. Dall’altra parte, i socialisti stanno lavorando su un rapporto per gli eventi del 21 gennaio scorso. Un gruppo di 20 giuristi raccoglieranno documenti e altro materiale per ricostruire il contesto prima e dopo la manifestazione.
Invece, Berisha dopo aver accettato di annullare la manifestazione di sabato prossimo, ha voluto spiegare che l’obiettivo non era quello di mostrare i muscoli ma soltanto di manifestare contro la violenza. Alla riunione del Consiglio dei Ministri, è ritornato sulla presunta golpe, soffermandosi anche sulle indagini della Procura albanese. Berisha ha ribadito che ha sempre richiesto e sostenuto le indagini e anche la partecipazione di esperti stranieri dopo i mandati d’arresto per la Guardia Repubblicana emessi dalla Procura. Per il Primo Ministro, la Procura continua ad agire politicamente perché non ha aperto nessuna inchiesta per gli organizzatori della manifestazione, nonostante la documentazione dettagliata presentatale. Quindi, il Procuratore generale avrebbe mentito durante la conferenza stampa di martedì. Dall’altra parte, Berisha ha chiesto al Ministro del Tesoro di istituire il Fondo per la ricompensa di tutti coloro che vorranno testimoniare sul putch: vertici, organizzazione e finanziamento inclusi. Quindi chi ha delle informazioni in merito può presentarsi alla Commissione parlamentare d’inchiesta o qualsiasi commissariato. Verrà ricompensato in base alla rilevanza del materiale che porta. In altre parole, più grossa la notizia, più lauta la compensa.