Il 25 ottobre è stato votato dal Parlamento albanese un provvedimento che obbligherà i casinò e i centri scommesse che si trovano nelle zone residenziali a chiudere; sarà possibile, per chi vorrà continuare a lavorare in questo settore, acquistare una licenza e aprire una sede in zone più periferiche del Paese.
Questa decisione, votata con 75 voti a favore e 0 contrari solo dagli esponenti del partito in carica e non dall’opposizione che boicotta le sessioni plenarie post-estate, rappresenta una correzione di tiro rispetto a quanto affermato qualche settimana fa dal Presidente Edi Rama, che aveva promesso di chiudere tutti i casinò e i centri scommesse dell’Albania.
Il governo, che cerca di contrastare la diffusione dei giochi d’azzardo già dal 2013, ha inoltre dichiarato che saranno presi provvedimenti per i media che continueranno a pubblicizzare i giochi d’azzardo; “L’attuale legge proibisce la pubblicità dei bookmaker e del gioco d’azzardo” – ha affermato il Premier – “e questa legge è stata violata da tutti i media senza eccezioni, quindi li avverto che hanno 24 ore per rimuovere tutti gli annunci di questa natura”.
L’obiettivo alla base di tale provvedimento sarebbe quello di frenare l’espansione del gioco d’azzardo nel Paese delle Aquile.
I giochi d’azzardo in Albania, infatti, rappresentano una vera e propria gallina dalle uova d’oro, capaci di fruttare ben 132 milioni di euro di entrate solo nel 2017.
Sono soprattutto i casinò online e i centri scommesse le categorie di giochi preferite dagli albanesi, che dal 2016 al 2017 hanno incrementato le spese destinate a questo settore di 11 milioni di euro.
Al momento sono circa una ventina le società che operano nel campo dei giochi d’azzardo e il 60% di queste sono possedute da capitali stranieri.
Nonostante le ricche entrate, le società pagano al governo albanese solo il 10-15% di tasse. Per questo motivo, probabilmente, il governo sta pensando di creare un monopolio statale nella gestione del settore delle scommesse, in modo da aumentare le entrate e, contestualmente, controllare il gioco d’azzardo a livello nazionale, così come succede già da tempo in molti paesi dell’Unione Europea.
L’opposizione al governo vigente contesta il provvedimento, poiché ritiene favorisca, almeno in un primo momento, riciclaggio di denaro sporco da parte delle società che dal 1 gennaio 2019 acquisteranno la licenza e gestiranno centri scommesse e casinò.