La missione degli osservatori ODHIR ha preparato un rapporto provvisorio sull’andamento del processo elettorale in Albania. Il rapporto è di fondamentale importanza per il cammino del paese verso l’UE, infatti è stato preparato insieme al gruppo degli osservatori dell’Assamblea Parlamentare dell’OSCE e e dall’Assamblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.
Nel rapporto si indirizzano critiche sulla lentezza nei conteggi delle urne e anche altre osservazioni legate alle pressioni governative sul processo elettorale e sul lavoro del Comitato Elettorale Centrale.
Le elezioni parlamentari albanesi del 23 giugno sono state molto competitive, con un’attiva partecipazione della cittadinanza per tutta la campagna e un autentico rispetto delle libertà fondamentali. Tuttavia, l’atmosfera di diffidenza fra le due parti politiche principali ha in parte contaminato tutto il contesto elettorale, mettendo alla prova la gestione dell’intero processo elettorale, secondo alcuni osservatori internazionali.
Tale processo, inoltre, ha dovuto fare i conti con il boicottaggio della Commissione elettorale centrale da parte di minoranze dell’opposizione a seguito del controverso licenziamento di uno dei suoi membri, cosa che -sempre secondo il rapporto- l’ha portata a prendere le decisioni più importanti senza
il quorum necessario.
Roberto Battelli, coordinatore speciale che ha condotto l’osservazione OSCE a breve termine, sostiene che “Si è trattato di elezioni cruciali che hanno offerto la possibilità di una scelta vera agli albanesi in un momento critico per il Paese. Le persone desideravano ardentemente esprimere la propria volontà.”
Sessantasei partiti politici -la maggior parte dei quali si sono alleati a uno dei due partiti principali- e due candidati indipendenti si sono registrati per partecipare a un processo largamente inclusivo che offrisse agli elettori una scelta. Le accuse reciproche fra i due principali partiti, tuttavia, spesso hanno distolto l’attenzione dalla vera sostanza della campagna elettorale.
“Ieri -dice Luca Volontè, responsabile della delegazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa- gli albanesi hanno dimostrato la propria fede nel processo democratico e la loro speranza in un futuro europeo. Ora è tempo che i leader politici dimostrino di meritare la fiducia concessa loro rispettando i risultati delle elezioni, lavorando insieme con senso di responsabilità nel nuovo parlamento per i nuovi standard democratici e fronteggiando le sfide socio-economiche. Un tale senso di responsabilità è fondamentale in Albania per raggiungere il suo obiettivo Europa e dovrebbe essere dimostrato e portato avanti per tutti i futuri anni di sforzi parlamentari e governativi.”
Il giorno delle elezioni, il voto si è svolto relativamente bene, anche se si sono verificate diverse irregolarità nelle procedure. Quelle di conteggio, ad esempio, hanno subito ritardi in varie zone a causa degli ufficiali preposti a tale operazione.
La grande presenza di cittadini e osservatori per tutta la giornata, in generale, sembra aver favorito la trasparenza; ciononostante -evidenzia il rapporto- ci sono state alcune interferenze nel processo elettorale. L’episodio più grave è sicuramente l’uccisione di un sostenitore di un partito politico a Laç, ma anche altri casi isolati di violenza hanno segnato l’inizio delle operazioni di voto.
Il rapporto sottolinea anche un contesto mediatico pluralistico e in grado di offrire varietà di contenuti che hanno dato agli elettori la possibilità di fare una scelta consapevole e informata, tenendo sotto controllo l’andamento della campagna. L’indipendenza editoriale, tuttavia, è stata ostacolata dall’influenza della politica: nonostante le trasmissioni pubbliche garantissero equità fra i maggiori partiti, si è comunque riscontrato un tono più positivo per quello in carica.
Come sostiene Conny McCormack, responsabile dell’osservazione OSCE/ODIHR a lungo termine, gli elettori hanno il diritto di aspettarsi elezioni gestite in modo professionale e imparziale. “Durante la nostra osservazione negli scorsi sei mesi -continua McCormack- abbiamo visto la politica permeare le elezioni amministrative ad ogni livello. La missione ODIHR rimarrà in Albania anche nel prossimo periodo per osservare anche le ultime fasi del processo.”