Tensioni davanti alla sede del parlamento albanese dove alcune migliaia di sostenitori dell’opposizione di centro destra si sono riuniti per protestare contro la maggioranza di centro sinistra del premier Edi Rama, i cui deputati erano in aula nella seduta convocata per il pomeriggio.
L’accaduto
Numerose le forze dell’ordine che hanno circondato la sede dell’Assemblea nazionale. I manifestanti – tra cui spiccavano il leader del partito democratico, Lulzim Basha, e l’ex primo ministro, Sali Berisha – hanno cercato di rompere il cordone della polizia per entrare nel parlamento.
In risposta, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, che hanno portato il ritiro dei simpatizzanti dell’opposizione. Nel frattempo, nel parlamento si svolgeva la sessione che vedeva la presenza solo dei parlamentari della maggioranza, visto che i due principali partiti d’opposizione – quello democratico e il LSI – si erano dimessi in blocco dall’Assemblea Nazionale la scorsa settimana.
Da sottolineare come, mentre facevano il loro ingresso in parlamento, il ministro del turismo – Blendi Klosi – e i due deputati Paulin Sterkaj e Sadri Abazi siano stati attaccati dai manifestanti.
Il parlamento si è riunito oggi pomeriggio alle ore 17:00, dopo l’annullamento dell’ultima sessione a causa della protesta dell’opposizione dello scorso giovedì.
Si è conclusa dopo circa tre ore di tensioni e scontri con la polizia, la protesta dell’opposizione albanese davanti alla sede del parlamento di Tirana dove la maggioranza ha intanto chiuso la seduta di lavori.
La folla dei manifestanti, guidati dai leader dell’opposizione, si è allontanata, dopo aver lanciato altri petardi in direzione delle numerosissime forze dell’ordine schierate all’entrata principale dell’Assemblea nazionale. I vari tentativi dei dimostranti di sfondare il cordone della polizia sono stati respinti con il lancio di lacrimogeni.
Il leader dell’opposizione, Lulzim Basha, ha parlato di “un atto di guerra che Rama ha proclamato ai propri cittadini. Il premier deve sapere che per lui non ci sarà nemmeno un minuto di pace”. Dalla sede del suo Partito democratico Basha ha poi dichiarato che “la nostra battaglia non potrà essere fermata”, invitando i cittadini alla disobbedienza civile che “sarà estesa in tutto il paese, dal Nord al Sud”.