Il governo albanese ha inflitto una multa record da 120 milioni di euro alla compagnia “Bankers Petroleum” per evasione fiscale.
La multa, oltre ad essere il provvedimento finanziario più grande fatto mai registrare in Albania, è il risultato di un’investigazione biennale della Direzione Generale delle Dogane. Secondo le investigazioni, tra il 2014 e il 2018, la compagnia Bankers Petroleum ha evaso almeno 30 milioni di euro di contributi accise sulle materie prime utilizzate per la produzione del petrolio greggio.
L’accisa riguarda un combustibile semi-pronto, noto con il nome di “Solar”, che viene utilizzato per diluire il petrolio greggio. Nel 2014 il governo albanese ha deciso di tassare questo prodotto perché sospettava che, anche se veniva dichiarata come materia prima per la produzione di petrolio, veniva venduta al mercato creando un grande schema di evasione.
Tuttavia, il cambiamento della legge non ha completamente cancellato le evasioni e – sempre nel 2014 – è stata presa una decisione dal tribunale amministrativo che ha abolito due atti doganali amministrativi affinché venissero riscosse le accise dalla compagnia “Bankers Petroleum”
Una decisione trascurata per molti anni dalla Direzione Generale delle Dogane, mentre il ministero delle finanze insisteva sulla riscossione delle imposte. Per questo, a fine 2016, l’ex ministro delle finanze chiese ufficialmente all’ex direttrice delle dogane, Belinda Ikonomi, di far rispettare la legge e di riscuotere gli obblighi di “Bankers Petroleum”.
L’anno seguente partirono delle indagini approfondite, da cui emerse che Bankers Petroleum ha evaso almeno 30 milioni di euro di contributi accise.
Una sfida aperta
Già nel 2018, l’amministrazione albanese ha perso la battaglia legale all’Arbitrato internazionale contro la Bankers Petroleum. Secondo la decisione, alla società, avrebbero dovuto restituire 57 milioni di dollari che le autorità pretendevano fossero obblighi fiscali non pagati.
Il fisco albanese, infatti, ha sostenuto che la società petrolifera avrebbe dovuto versare nel 2011, 57 milioni di dollari statunitensi come tassa sul reddito, che insieme agli interessi avrebbe raggiunto un ammontare complessivo di 76 milioni di dollari.
In base al contratto che Bankers ha avuto con le autorità albanesi, tutte le spese operative della compagnia venivano detratte dall’ammontare dei redditi, per stabilire poi l’ammontare dell’imposta sul guadagno che la società dovrebbe versare.
Le due società internazionali di revisione contabile, Pricewaterhouse Coopers e la Navigant, hanno sostenuto però che le spese dichiarate dalla Bankers come costi rimborsabili “sono state dichiarate in conformità alle norme ed al contratto”. In attesa di una decisione finale, la Bankers aveva però iniziato a pagare gli obblighi secondo i calcoli del fisco albanese,che però gli sono stati poi restituiti “secondo le procedure da concordare con le autorità”