In effetti, la Baia di Lalzi è così ambita che chi ci ha voluto mettere mano sopra non s’è fatto nessun tipo di scrupolo. E, sebbene la zona sia quella di Durazzo, gli interessi tentacolari della mafia immobiliare hanno avuto ripercussioni gravi anche più lontano, ad esempio nella meridionale Valona.
Gli interessi criminali sulla Baia di Lalzi risalgono a parecchi anni fa. Lo schema, sempre lo stesso. Attraverso collegamenti politici e funzionari statali prezzolati, i gruppi mafiosi sono riusciti ad incorporare nei certificati catastali già esistenti anche terreni sabbiosi e terreni ad uso agricolo.
I funzionari hanno, successivamente, rilasciato certificati a nome di residenti nell’area di Lalzi che non avevano alcun diritto di proprietà. Anzi, più precisamente, c’è chi si è ritrovato proprietario di terre statali senza che ne sapesse niente.
Successivamente, a questi proprietari a cui i gruppi criminali avevano preparato le false intestazioni ipotecarie, venivano fatte delle proposte d’acquisto delle intere porzioni immobiliari per cifre di mercato completamente irrisorie.
Come quella una famiglia diventata per caso proprietaria di una considerevole porzione immobiliare nella Baia di Lalzi che l’ha rivenduta per soli 10 milioni di lek vecchi (in lek nuovi, un milione, poco più di 8.100 euro, n.d.r.) in base ad un contratto di compravendita apparentemente in regola e, quindi, benché poi soggetto ad inchiesta, non ha prodotto conseguenze di natura penale. Riferisce di questo caso il giornale albanese Shqip in un suo articolo dedicato al tema.
Se questo è il risvolto oscuro della medaglia della mafia immobiliare a Durazzo, il volto ‘in chiaro’ è quella dei villoni in cui i politici albanesi si godono le loro vacanze vista mare.
Terra dei sogni per politici, Ministri e Parlamentari, la Baia è sempre stata vista come il feudo felice in cui nascondersi per scappare dal disordine, dallo stress e dall’ansia della folla.
Non stupisce che dal 2001 la Baia di Lalzi sia diventata quasi una “zona militare”, dove non solo i cittadini comuni non possono spostarsi liberamente e dove vogliono, ma anche i proprietari che vivono in queste terre da oltre 300 anni non godono più di questo diritto.
Semplicemente perché la zona è diventata dominio esclusivo di chi era Ministro da 4 o 8 anni, o di chi è ancora Presidente di partito, di chi è stato Deputato per 4 mandati. O di chi nella politica ci si ritrova da 24 anni così, per pura fortuna, e ci ha fatto entrare anche parenti e amici.
L’appartamento o la villa al mare è il ‘must-to-have’ della classe politica albanese. Cosa è più comodo di stare a soli 35 km da distanza da Tirana e poter fare un salto di volata nei propri uffici se proprio dovesse servire?
E allora ecco il proliferare di politici e legislatori albanesi non solo in estate, ma ormai anche durante i fine settimana della stagione invernale. E perché fermarsi al semplice villino quando si può essere proprietari addirittura di un Resort?
Le ville e gli appartamenti dei politici sono quasi tutti in regola con il catasto immobiliare, anzi ci sono addirittura ville accatastate quando ci avevano buttato solo il cemento delle fondamenta. Gli anni tra il 2006 e il 2013 rimangono il periodo in cui gli uffici del registro immobiliare hanno eseguito il numero record di accatastamenti su ville e palazzi, intestati o direttamente ai politici o a loro famigliari.