La Commissione Parlamentare che indaga su presunte violazioni della Costituzione da parte del Presidente dell’Albania Ilir Meta ha raccolto molte informazioni ai fini di questa indagine, che riprende dopo il 2 settembre.
Sebbene il Parlamento albanese sia ancora in pausa estiva, la Commissione Parlamentare che vigila su presunte violazioni della Costituzione da parte del presidente Ilir Meta ha raccolto una grande quantità di informazioni su questa indagine, che riprende dopo il 2 settembre.
Top Channel ha appreso che questa Commissione possiede già le risposte provenienti dalla Commissione Elettorale Centrale, dal Collegio Elettorale e dal Centro delle Pubblicazioni Ufficiali.
La Presidenza ha collaborato inviando in risposta del materiale di 20 pagine. Non è ancora noto se il Capo di Stato sarà invitato a testimoniare come previsto dal regolamento di tali Commissioni. Né la Presidenza ha ancora fatto sapere se tale invito verrà accolto.
È interessante notare che la Commissione ha richiesto e ricevuto informazioni dettagliate dalla Polizia di Stato e dalla Procura Generale sui procedimenti penali elettorali per il periodo 1 ° gennaio- 10 giugno 2019 e per il periodo successivo alla depenalizzazione del 30 giugno.
Non è chiaro come queste informazioni serviranno alla Commissione d’inchiesta. La quale fa, comunque, sapere di aver stilato un elenco, ancora top-secret, di coloro che saranno testimoni.
A questo proposito, una delegazione della Commissione di Venezia arriverà a Tirana il 6 settembre per essere messa a conoscenza dei fatti. Dovrebbe essere relativamente facile dare un rapido parere, poiché non mancano precedenti simili.
La Commissione di Venezia, infatti, si pronunciò qualche tempo fa su una questione simile, quando il governo moldavo ebbe uno scontro con il proprio Presidente. In quell’occasione, la Commissione espresse l’opinione che valesse la pena licenziare il Presidente della Moldavia per violazioni costituzionali.
Al di là di quello che verrà deciso, il Presidente Meta ha più volte espresso, anche con interviste alla stampa estera tra la quale l’italiano Il Giornale , tutte le sue rimostranze sulla incostituzionalità delle elezioni in Albania dello scorso 30 giugno, organizzate senza la partecipazione di una opposizione e definite di stampo ‘comunista’. Con una probabile falsatura anche dei dati di affluenza alle urne , inferiore a quel 23% sbandierato dalla Commissione Elettorale Centrale.
Elezioni che avevano aperto nel Paese una crisi a cui Meta aveva fatto seguire l’emanazione del Decreto di rinvio elezioni al 13 ottobre, data non casuale perché il processo di adesione all’UE dell’Albania verrà discusso il 18 ottobre.