Il ministro degli esteri greco, Giorgos Katrougalos, ha dichiarato giovedì in un’intervista radiofonica che i negoziati tra Grecia e Albania sono rallentati a causa di una battuta d’arresto della parte albanese.
Inoltre, il dialogo è stato interrotto – secondo Katrougalos – poiché il governo greco si aspettava una risposta più chiara ai problemi riguardanti le minoranze greche in Albania. Il riferimento è ai due disegni di legge relativi alla protezioni delle proprietà delle minoranze greche a Himara e al diritto di autodichiarazione di far parte della minoranza greca.
Le questioni irrisolte
Fino allo scorso luglio, Atene e Tirana hanno portato avanti una serie di incontri tra i due ex ministri degli esteri, Kotzias e Bushati, al fine di raggiungere accordi su una serie di questioni irrisolte tra i due paesi.
E, in effetti, accordi sono stati raggiunti su alcune questioni, come la costruzione di cimiteri per i soldati greci morti in Albania e la rimozione del timbro apostille. Tuttavia, la Grecia ha eliminato ogni possibilità di discussione sulla questione Ciamuria, sulla quale l’Albania avrebbe voluto trovare un accordo.
D’altra parte, la questione più dibattuta dall’opinione pubblica è stata quella riguardante il nuovo accordo sui confini marittimi tra i due paesi e la mancanza di trasparenza che ha accompagnato i negoziati tra Bushati e Kotzias.
I negoziati sulle frontiere marittime erano stato promossi pubblicamente dai due primi ministri, Edi Rama e Alexis Tsipras, nonostante la mancanza di informazioni dettagliate sulla questione e la non funzionalità della Corte Costituzionale albanese.
Quest’ultimo fattore è particolarmente rilevante dato che proprio la Corte Costituzionale aveva annullato il precedente accordo raggiunto tra il governo Berisha e la Grecia, per aver violato gli interessi e la costituzione del paese.
Tuttavia, nonostante la questione della Corte albanese, il ministro Katrougalos ha affermato che il discorso dei confini marittimi verrà portato a termine, a prescindere dai progressi degli altri negoziati; la questione, infatti, rientra in una trattativa più grande che comprenderà – come confermato da Tsipras – dialoghi analoghi con Egitto e Italia.