L’attesa di Edi Rama lunga 84 giorni è giunta al termine. Il mandato del suo governo è iniziato domenica sera con un breve discorso del Primo Ministro davanti ai cittadini presenti all’entrata principale della sede di governo e la prima riunione del Consiglio dei Ministri in cui sono stati approvati tre decreti governativi di forte impatto simbolico.
La struttura e la composizione del governo non fanno più notizia perché sono state annunciate alla fine di luglio. Come sostenuto dallo stesso Rama, “la sua struttura parte dall’analisi di quella esistente ed è fondata sulle priorità e su alcuni bisogni basilari del paese”. Un dettaglio che si nota anche nella ridenominazione di alcuni ministeri che rispecchiano alcune delle parole chiave del programma elettorale, quali: sviluppo economico, sviluppo urbano, sviluppo rurale, welfare, impresa, amministrazione delle acque. In questo processo, Rama avrebbe tenuto conto anche della strutturazione degli esecutivi dei nuovi paesi dell’Unione Europea, invece secondo il giornalista Mentor Nazarko, il governo rifletterebbe molto la struttura degli esecutivi italiani.
Struttura
La struttura esistente sarebbe “un corpo amministrativo pieno di parassiti che vanno ridotti” per migliorarne l’efficienza. Saranno ridotti e ristrutturati l’organico della Presidenza di Consiglio e quelli di altri 6 ministeri che tuttavia mantengono le competenze attuali. Si tratta di Finanze, Interno, Difesa, Esteri, Integrazione europea e Giustizia. Tutti gli altri ministeri saranno riorganizzati e alcuni anche ridenominati. L’Economia è divisa in due dicasteri: da una parte lo Sviluppo Economico, il Commercio e l’Impresa e dall’altra l’Energia e l’Industria. Stessa sorte anche per i Lavori pubblici e i Trasporti: da una parte i Trasporti e le Infrastrutture e dall’altra lo Sviluppo Urbano e il Turismo.
Importanza particolare viene dato al dicastero della cultura che si occuperà solo della cultura e del patrimonio culturale, spogliandolo dalle deleghe di turismo, sport e gioventù. Lo sport viene assorbito dal dicastero dell’Istruzione, invece la gioventù farà parte di quello del Welfare. Cambia la denominazione del Ministero dell’Agricoltura che fa spazio anche alle deleghe dello Sviluppo Rurale e dell’Amministrazione delle Acque. Riorganizzazione minore per i dicasteri della Salute e dell’Ambiente: la tutela dei consumatori ora prerogativa dell’Ambiente, passa alla Salute.
In totale il nuovo governo avrà un Vice Primo Ministro, sedici ministeri e tre ministri senza portafoglio, quali: Innovazione e Pubblica Amministrazione, Affari locali e Rapporti con il Parlamento.
Standard e primati
Il governo Rama stabilisce nuovi standard nella storia degli esecutivi albanesi. Quello più innovativo e allo stesso tempo il più discusso anche all’interno della stessa maggioranza è l’incompatibilità del mandato di ministro con quello di parlamentare. Non è una prassi costituzionale, ma una promessa elettorale di Rama e un patto siglato dalla coalizione di centro-sinistra. Di fatto, ad eccezione di Rama, tutti i sedici ministri deputati del suo governo rinunceranno al mandato parlamentare.
Altri due standard sono stati il discorso inaugurale davanti ai cittadini e il Codice etico del governo del quale non si conoscono ancora i contenuti e che l’opposizione ha già bollato come “il Codice del Silenzio”.
Il governo Rama stabilisce anche alcuni primati degli esecutivi della democrazia albanese. E’ l’esecutivo con il numero maggiore di donne: 6 donne su 21 membri. Per la prima volta il Ministro della Difesa sarà una donna: Mimi Kodheli. Per la prima volta, avrà un Vice Primo Ministro che non coprirà e non ne faranno parte i minoritari greci rappresentati solitamente dall’Unione per i Diritti Umani. Tutti i suoi membri socialisti sono ministri per la prima volta, invece dei 5 membri socialisti per l’integrazione, 3 sono stati ministri durante la coalizione di governo con i democratici di Berisha.
E proprio sull’alleanza con il Movimento Socialista per l’Integrazione (LSI) che si fonda l’unico standard grigio del nuovo governo: nonostante i paletti di Rama, Meta ha una propria autonomia decisionale e l’ha dimostrato con la scelta dei ministri. Se Rama aveva chiesto figure nuove e l’esclusione dei ministri del governo Berisha, Meta ha optato per l’esperienza politica dei suoi dirigenti, riproponendoli come membri del nuovo esecutivo.
La composizione
La sorpresa maggiore nel toto-ministri è stata la promozione del Sindaco di Korça Niko Peleshi a Vice Primo Ministro a tempo pieno che si occuperà delle priorità. La fiducia di Rama in Peleshi e negli amministratori locali dovrebbe essere massima: Korça è una delle città albanesi più importanti e con le dimissioni del Sindaco Peleshi, tra poco si svolgeranno le elezioni per eleggerne il nuovo. Un’altro amministratore sarà parte dell’esecutivo, si tratta di Lindita Nikolla, che ha governato il Primo Municipio di Tirana per due legislature e ora prenderà le redini dell’Istruzione e dello Sport.
Come dichiarato dallo stesso Rama il suo è un governo politico e non tecnico anche se molti dei ministri sono dottori di ricerca o professori nelle loro materie di competenza e non mancano le personalità tecniche come nel caso di Shkëlqim Cani, ex-governatore della Banca centrale albanese che guiderà il dicastero delle Finanze. Invece tra nomine prettamente politiche rientrano Dakmir Gjiknuri e Bledi Çuçi. Entrambi hanno diretto il Segretariato del PS sugli affari elettorali. Gjiknushi sarà Ministro dell’Energia e Çuçi Ministro senza portafoglio degli Affari locali.
Il governo Rama è anche un esecutivo giovane: l’età media dei suoi membri è 44 anni. Saranno a capo di alcuni ministeri importanti giovani trentenni quali Saimir Tahiri all’Interno, Ditmir Bushati agli Esteri, Erion Veliaj al Welfare, tutti e tre parte dello staff ristretto di Rama. Invece la ventinovenne Klajda Gjosha del LSI si occuperà dell’Integrazione europea.
Dei 19 ministri, 14 appartengono al PS e cinque al LSI. Gjosha e Lefter Koka alla guida dell’Ambiente, come i loro colleghi del PS sono ministri per la prima volta, invece gli altri tre ministri del LSI quali Edmond Panariti agli all’Agricoltura, Edmond Haxhinasto agli Trasporti e Nasip Naço alla Giustizia sono la prova evidente della continuità con il governo Berisha.
Il dicastero della Giustizia – come da accordi – avrebbe voluto giudarlo Spartak Ngjela, uno degli alleati minori di Rama e molto apprezzato dall’opinione pubblica. La gamba tesa del LSI, ha obbligato Rama di proporre a Ngjela in alternativa il posto di Ministro senza Portafoglio per i Rapporti con il Parlamento. Ngjela non ha accettato la proposta perché lui avrebbe firmato un accordo per l’interesse pubblico e non quello personale. La delega dei Rapporti con il Parlamento sarà del socialista Ilirian Celibashi. L’altro Ministro senza Portafoglio per l’Innovazione e la Pubblica Amministrazione sarà Milena Harito.
Sarà donna anche la titolare dello Sviluppo Urbano e del Turismo. Si tratta di Eglantina Gjermani. Invece lo Sviluppo Economico, il Commercio e l’Impresa saranno affidati a Arben Ahmetaj.
Tra i ministri, l’unica a provenire dalla società civile è Mirela Kumbaro e guiderà la Cultura,. Kumbaro, Professore associato nel campo della Linguistica, traduttrice e pubblicista, è stata molto critica nei confronti della coalizione di centro-sinistra.
I decreti
Nella prima riunione di Consiglio, come comunicato sul sito ufficiale, il governo Rama ha approvato tre decreti di forte impatto simbolico che rispecchiano anche tre delle sue promesse elettorali. Il primo è un riconoscimento per Ismail Bej Vlora, lo statista e il visionario che guidò l’Indipendenza e gettò le basi dello stato albanese: la sua fotografia sostituirà quella del Capo dello Stato in tutte le istituzioni pubbliche.
Il secondo riguarda il divieto dell’importazione dei rifiuti. Dopo le elezioni, nonostante il monito di Rama, il governo Berisha ha approvato anche decreti che entravano in collisione con il programma di centro-sinistra. Tra questi anche due favorevoli all’importazione di rifiuti per l’industria del riciclaggio. Il terzo riguarda il Codice etico dei membri dell’esecutivo. Si tratta dell’insieme delle norme che regolamenteranno il loro comportamento con l’opinione pubblica e gli altri attori istituzionali e politici.
Purtroppo, non si conosce il testo dei decreti che non sono stati pubblicati come di consueto sul sito ufficiale del governo. Anzi sul sito del Consiglio dei Ministri che ha già una nuova configurazione, la voce “decreti e disegni di legge” non esiste e tutto l’operato e le notizie sui Consigli dei Ministri precedenti sono spariti. Qualsiasi fossero i motivi della non pubblicazione dei decreti, questi non possono prevalere sulla trasparenza e sul diritto dell’opinione pubblica all’informazione.
L’attesa di Rama è finita! Il Primo Ministro in persona ha caricato il suo esecutivo di aspettative e responsabilità epocali nella misura non richiestagli neanche dai cittadini che l’hanno votato. Ciò dimostrerebbe le intenzioni e la visione di Rama sul futuro del paese, ma è ora che queste prendano forma per stupirci tutti!
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