Le elezioni amministrative in Albania stanno assumendo sempre più importanza come testimonianza della democrazia in un paese che spera di avviare i negoziati di adesione con l’Unione Europea.
L’opposizione, sostenuta dal presidente Ilir Meta, sta boicottando le elezioni in seguito alle accuse di corruzione rivolte al governo e alla richiesta di nuove elezioni parlamentari.
Svolgere elezioni libere ed eque è stato il tallone d’Achille dell’Albania post-comunista, nonostante sia considerato fondamentale per l’avvio dei negoziati ufficiali di adesione con l’Unione Europea.
Le amministrative del 30 giugno
Il Voto
Circa 3,5 milioni di albanesi hanno diritto di voto per le elezioni amministrative del 30 giugno: il numero di elettori è più alto dell’intera popolazione del paese dato il numero di cittadini che arriverà per votare dalla diaspora. Dall’estero, infatti, non sarà possibile votare.
Conflitto Politico
Il presidente della Repubblica, Ilir Meta, ha cercato di annullare le amministrative a causa del boicottaggio dell’opposizione annunciando giovedì che le elezioni si sarebbero tenute il 13 ottobre, pochi giorni prima della decisione dell’UE sui negoziati.
Il premier Edi Rama, tuttavia, ha ribadito che le elezioni si svolgeranno come previsto domenica, in modo tale da non permettere il ricatto politico da parte dell’opposizione. Quest’ultima, guidata da Lulzim Basha, ha accusato ripetutamente il governo affermando che la crisi politica si risolverà sono quando arriveranno le dimissioni di Rama.
In questo contesto, la scorsa settimana, il partito socialista ha avviato la procedura per rimuovere dal suo incarico il presidente Ilir Meta, sottolineando la sua azione anti-costituzionale di annullamento del voto.
Pressione internazionale
Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altre organizzazioni internazionali hanno ripetutamente chiesto all’opposizione di evitare la violenza e di ripristinare il dialogo per risolvere la situazione di stallo politico.
Inoltre, hanno insistito sul non boicottare le elezioni criticando fin da subito la decisione e quella presa a febbraio riguardante le dimissioni in blocco da parte dell’opposizione. I media locali sostengono che gli Stati Uniti hanno riferito a Basha e Monika Kryemadhi (leader del LSI) che i loro partiti politici sarebbero stati considerati “organizzazioni violente” in caso di violenza.
Non a caso, l’ultima protesta tenutasi nella capitale Tirana è stata molto meno violenta rispetto a quelle che si sono tenute in maniera costante da febbraio.
Cosa è previsto
Migliaia di poliziotti circonderanno i seggi elettorali; l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione nell’ufficio europeo per le istituzioni democratiche e i diritti umani, invierà 174 osservatori per monitorare le elezioni.
Nel frattempo, l’opposizione ha creato l’Alleanza Civica per la protezione della democrazia, ovvero gruppi di suoi sostenitori nel paese che potrebbero cercare di creare problemi nei seggi elettorali, probabilmente invitando altri elettori a non entrare o impedendo loro di farlo.
Per questo, le ambasciate occidentali hanno invitato i loro cittadini nel paese ad evitare i seggi facendo attenzione per tutta la giornata di domenica.