Rinascita. Questa è la parola chiave delle elezioni del 2013 in Albania. Una rinascita sociale, politica, culturale in cui tutti noi crediamo e che tutti noi stavamo aspettando con ansia da ormai troppo tempo, troppi mandati.
L’Albania è rinata ieri, è rinata quando il popolo ha deciso di non vendere più il proprio voto per poche manciate di denaro, droga e favori. Avete letto bene, soldi, droga e favori son stati la merce di scambio per un voto, per un mandato, per la rovina del nostro Paese.
L’Albania si è accorta che un ennesimo mandato di Berisha avrebbe distrutto le proprie bellezze e ricchezze più di quanto abbia fatto il comunismo in tanti anni. L’Albania democratica ha capito che la vera democrazia non c’entrava nulla con quella acclamata, reclamizzata e urlata nelle piazze da Berisha. Ci siamo voluti fidare di un artista, di un politico nato forse per caso, ma sicuramente molto preparato.
Ci siamo resi conto che Tirana, dopo Edi Rama, era diversa, pulita, curata, europea. Abbiamo deciso di rinascere tutti insieme perchè nel nostro Paese non vi sia più censura, non esista l’obbligo di partecipazione alle assemblee e comizi del partito democratico, pena il licenziamento dal proprio posto di lavoro. Ebbene si, abbiamo deciso, con il voto, di dire basta a quella che stava diventando una dittatura silenziosa, crudele e ben mascherata sotto il sorriso democratico. Non abbiamo avuto il coraggio di scendere in piazza a manifestare, l’ultima volta ci è andata male visto il numero di feriti e morti.
Abbiamo deciso, silenziosamente di fare buon viso a cattivo gioco fino all’ultimo e votare liberamente. L’euforia dei nostri giovani in piazza a festeggiare, l’euforia dei miei genitori, democratici fino a tempo fa, mi riempie di gioia, di speranza, mi fa credere che il mio Paese, la mia amatissima Albania, possa rinascere.
Possa rinascere liberandosi dalle ombre della corruzione, della malavita che ormai è in politica, dell’assenza di libertà di pensiero e parola, delle finte lauree, delle finte promesse, delle finte tasse, delle finte persone.
Edi Rama ha fatto rinascere l’Albania già ieri, nel momento in cui milioni di persone hanno segnato la “X” sul suo partito, che dopo anni e anni non era più lo stesso. L’Albania ora si incammina verso un tragitto lungo, sicuramente non facile, sicuramente non immediato, ma colorato dalle idee di Rama, dalla speranza di poter e voler cambiare, dalla voglia di crescere, di aver un lavoro, di poter finalmente sentirsi più europei.
Spero che molte figure del nostro mondo politico, finalmente spariscano insieme alla loro ombra, che molti giovani che nel nostro Paese hanno smesso di crederci anni fa, riescno piano piano a ricominciare a credere e chissà, magari chi è fuggito anni fa cominci a pensare al grande ritorno.
Il mio non è un elogio personale a Rama, è un elogio all’Albania che ha voluto cambiare, alla presa di coscienza di molti democrtaici che hanno avuto il coraggio di cambiare idea, alla forza di molti esclusi della società che votando hanno voluto farne parte. Il mio elogio, i miei complimenti, vanno alle persone come mio padre, come mia madre, che hanno aperto gli occhi, che hanno ammesso sbagli ed errori di Berisha, troppo idolatrato da un popolo abituato ad avere solo dittatori.
Peccato solo non vi fosse un suo busto in Piazza Skanderebeg, scommetto sarebbe caduto già questa mattina.
In Bocca al lupo Albania, anzi no, Buona Fortuna. Di lupi affamati ne hai già visti troppi.