Pubblichiamo integralmente il discorso con il quale il leader del PS e futuro primo ministro, Edi Rama, ha accolto la notizia della vittoria contro il PD di Berisha.
Ci sono poche altre responsabilità per un uomo che sono più grandi della responsabilità di guidare il Paese. Oggi, il popolo dell’Albania, ha deciso di affidare a me e alla mia squadra il carico di guidare il nostro Rinascimento nazionale, insieme ai nostri alleati strategici del LSI. Accettiamo la responsabilità con un profondo senso di umiltà verso ciascuno di voi. E da ogni giorno, da ora in poi, finché questa grande responsabilità sarà nostra, saremo con voi e per voi. So che, come il grande Abramo Lincoln ha detto, nessun governo al mondo può soddisfare tutte le persone per tutto il tempo. Ma per tutto il tempo che verrà, io non dimenticherò mai che siete stati tutti voi, sia dentro che fuori dall’Albania, che ci avete messo alla guida del paese.
Voi ci avete creduto perché abbiamo saputo tirare fuori il meglio da noi stessi per arrivare fino a qui. Un progetto e un nuovo programma per rilanciare l’Albania. Una squadra disposta a lavorare per la rinascita. Una nuova alleanza per l’Albania europea, che ha dimostrato al mondo che siamo capaci di porre l’interesse nazionale sopra il nostro interesse e quello dei partiti.
Amo questo paese, ed è per questo che ho lottato così duramente per vincere. Nel mio cuore so che ci sono infinite possibilità sono per farlo rinascere. E’ nostro dovere tirare fuori queste possibilità dal profondo dell’anima e della mente di ogni albanese, di fare del nostro meglio con l’opportunità che ci è stata data per guidare il paese. Noi governeremo. Ma né io, né gli altri eletti possiamo portare da soli il Rinascimento che abbiamo promesso. E’ per questo che vogliamo che voi, la gente di questo paese, iniziate a far parte della nostra squadra del Rinascimento.
Per condividere le aspirazioni, le sfide e gli sforzi per ripristinare l’economia attraverso la libertà e la tassazione di concorrenza leale;
Una nuova società dove l’istruzione e la sanità siano devoluti seconda necessità, e non seconda la ricchezza.
Una democrazia che si fondi sulla convivenza tra noi come albanesi, indipendentemente dalla nostra appartenenza geografica o ideologica.
Tutto questo senza mai dimenticare che siete stati voi, popolo sovrano, ad aver tinto con il viola tutta la mappa di Albania, da Scutari a Valona, che siete stati voi ad averci dato la possibilità di provare, con gesti e comportamenti, che possiamo guardare oltre i problemi che ci hanno diviso fino a ieri. Iniziamo a lavorare insieme per mostrare a noi e al mondo che abbiamo il talento, i valori e la determinazione per essere al altezza dei testamenti dei nostri padri, e del debito che abbiamo verso tutti i figli dell’Albania.
Senza mai dimenticare che deve essere la libertà, e non la sua mancanza, il modo di governare questo paese;
Il merito, e non la sua mancanza, la base per valutare ciascuna persona e impresa in questo paese;
Il rispetto delle norme legali ed etiche, non la loro assenza, la strada per arrivare a prendere decisione su questo paese.
Continuiamo insieme, come paese e come nazione, per trovare il posto che ci appartiene nella grande famiglia europea, oggi quando, come mai prima, gli albanesi di Albania e Kosovo non solo meritano, ma hanno nelle loro mani la possibilità di realizzare il sogno della completa unione sotto quella famiglia. E’stato, per certi versi, un sogno lungo. Ora, insieme, dobbiamo farla diventare realtà. Senza mai dimenticare che deve essere l’inclusione, e non l’esclusione, il dialogo e non il monologo, lo spirito del compromesso e non l’autocompiacimento che può rilanciare l’Albania quale degno membro della famiglia europea.
Non c’è dubbio che vedendo le bandiere della vittoria che stasera sventolano da Kukes a Gjirokastra, ascoltando gli applausi dei nostri sostenitori in tutto il paese, vedendo la gioia che finalmente conquista i cuori, la menti di ogni persona che fino ad oggi era in opposizione, anch’io mi sento emozionato come tutti voi. Ma questa meritata gioia non può creare nuovi posti di lavoro per i giovani o una sanità più degna per gli anziani. La gioia che pervade ogni strada non renderà queste nostre strade più sicure per domani.
Questa vittoria non è il nostro punto di arrivo ma solo il nostro punto di partenza.
Questa vittoria è un vento di cambiamento che soffia liberamente in tutto il paese, ma ora inizia il lavoro duro e dobbiamo fare arrivare questo cambiamento fino alle famiglie e delle comunità in tutto il nostro rovinato paese.
Ma il cambiamento che tutti noi vogliamo non arriverà durante la notte. Arrivarci non sarà facile perché, come ho avuto modo di vedere durante la mia vita, le cose buone non sono mai facili. E’ necessario volerci arrivare, e si deve lavorare duro e fare dei sacrificarsi per raggiungere questo obiettivo. Tutti insieme qui presenti abbiamo mostrato che vogliamo far accadere questo Rinascimento molto velocemente. Ora dobbiamo lavorare insieme e fare sacrifici per farlo diventare realtà. E noi lavoreremo sodo. Insieme. Come squadra. Una grande squadra che oggi ha vinto solo il diritto di essere messa alla prova, e che domani deve iniziare a lavorare per vincere questa prova.
Mi è capitato di dire, fino a ieri, parole sgradevoli sul mio predecessore, e non poche ne ha dette lui sul mio conto. Questo accade nella battaglia politica, ma accade di più nelle democrazie non sviluppate come la nostra, in cui il potere del popolo spesso degrada diventando il potere di un uomo. Ma stasera lo voglio ringraziare per tutto il bene, che forse la storia di domani può oggettivamente valutare meglio di quanto faccio io oggi, e augurare tutto il meglio nella sua futura vita privata.
E ora che le elezioni finite, voglio che sia molto chiaro la mia disponibilità a servire con dedizione tutti gli albanesi, non solo quelli che hanno votato per i vincitori. Il voto plebiscitario delle elezioni non lo considero come un trionfo del nostro partito e men che meno come un mio trionfo personale.
Anzi, la maggioranza che ci hanno dato gli albanesi rende ancora più realistico le enorme sfide che dobbiamo vincere con il nostro governo. Parte di questa sfida è il fatto che nessun elettore dell’altra parte si deve sentire minacciato. Nessun impiegato che serve questo paese grazie al suo merito si deve sentire initmorito. Nessun organo mediatico che ha sostenuto il mio avversario si deve sentire minacciato. Tutti meritano il nostro rispetto e a tutti dobbiamo provare che il cambiamento non recherà danno alcuno a chi non ha fatto del male violando le leggi di questo paese.
Non posso non confessarvi oggi che questo è il momento più orgoglioso della mia vita. Ma, tra l’orgoglio che provo per me stesso e l’umiltà che provo verso l’enorme fiducia della quale mi avete investito, vince profondamente umiltà Io sarò il vostro primo ministro, ma anche il vostro primo servitore.
Il compito sarà mio, il potere sarà vostro.
Io questo non lo dimenticherò. Ma per favore, non dimenticartelo neanche voi. Non per me, ma per il bene dell’Albania che dobbiamo contribuire a far rinascere insieme.
Grazie.