Nella conferenza di questa mattina del presidente Ilir Meta hanno destato particolare clamore le dichiarazioni riguardanti “il complotto che mira alla destabilizzazione dell’Albania”, nelle quali si è potuto notare una certa sfumatura di sovranismo da parte del capo di stato albanese.
Secondo l’ex leader del Movimento Socialista per l’Integrazione, infatti, domenica si sarebbe sventato un complotto mirato alla destabilizzazione del Paese delle Aquile.
Nello specifico, Meta ha fatto riferimento a due concetti ben precisi della politologia: quello di “deep state”, ovvero l’insieme di quegli organismi legali o meno, che a causa dei loro poteri economici o militari o strategici condizionano le strategie politiche in forma non democratica, e quello di “total state capture”, ovvero una sorte di corruzione politica in cui gli interessi privati influenzano in modo significativo i processi decisionali di uno stato a proprio vantaggio.
Soros e le ambasciate in Albania
Un complotto, quindi, che a suo parere agirebbe secondo i principi di “uno Stato dentro lo Stato”, e dietro al quale ci sarebbe il magnate George Soros.
“Vorrei spendere due parole anche per l’onorevole miliardario George Soros. Non ascoltai con attenzione Viktor Orban nel gennaio del 2000 quello che mi disse su di lui mentre io ne parlavo amorevolmente poiché ci aveva aiutato quando facevamo parte dell’opposizione. Mi disse: fate attenzione perché non è tanto democratico quanto sembra. Anzi, spesso complotta contro la stessa democrazia.” – ha affermato Meta.
Quest’ultimo, in seguito, ha aggiunto che non si arrenderà senza combattere al cospetto di un tale complotto:
“Io e tutti gli albanesi onesti difenderemo il paese da tutti coloro a cui l’Albania sembra un moscerino. Ilir Meta non appartiene alla tipologia dei ‘Gruevski’ (facendo riferimento all’ex primo ministro macedone che si trova attualmente in fuga in Ungheria per nascondersi dai suoi reati di corruzione, ndr).
Ilir Meta appartiene alla ‘razza’ di politici del calibro di Avni Rustemi e di altri albanesi come Mic Sokoli, Vojo Kushi e altri ancora.” – ha continuato il presidente Meta.
In ultimo, Meta non ha risparmiato neanche attacchi diretti contro le ambasciate e le delegazioni nel paese, soprattutto l’ambasciata statunitense a Tirana e anche la delegazione dell’Unione europea, coinvolte in prima linea per calmare la tesissima tensione politica venutasi a creare negli ultimi mesi:
“Invito i rappresentanti stranieri a non diventare ridicoli, perché l’Albania è un paese della Nato da dieci anni, e non giochino con la nostra Costituzione. Gli internazionali dovrebbero vergognarsi per non aver speso una parola contro Rama, il quale non ha fatto niente perché ciò non succedesse.
Dobbiamo evitare un altro 2 luglio riempiendo le ambasciate e di riempire di nuovo le navi per andare verso l’Europa, come giustamente si è espresso il ministro degli interni italiano Salvini. Basta svuotare l’Albania. Svuotarla per farla riempire dai migranti provenienti da tutto il mondo? Questo non lo permetterò.” – ha attaccato apertamente Meta.