Poco dopo che il leader venezuelano dell’opposizione, Juan Guaidó, si è autoproclamato nuovo presidente del paese – al posto del tanto discusso Nicolas Maduro – l’Albania e il Kosovo si sono uniti a una miriade di altri paesi nel riconoscere la sua autoproclamazione.
Le reazioni di Rama e Pacolli
“L’Albania riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. A nome del popolo albanese auguro a Juan Guaidó e ai coraggiosi venezuelani di liberarsi dal potere illegittimo che ha trasformato il loro paese in un inferno.” – ha scritto Rama su Twitter.
Guaidó si è dichiarato presidente con il forte sostegno degli Stati Uniti, del Canada, del Brasile e della maggior parte dei paesi dell’America Latina, ad eccezione di Messico, Cuba e altri stati, che supportano il regime socialista di Maduro.
Il Kosovo ha seguito prontamente la scia albanese, appoggiando gli Stati Uniti nel riconoscere Guaidò come presidente del Venezuela (nonostante quest’ultima non abbia ancora riconosciuto la sua indipendenza):
“A nome del popolo e del governo kosovaro, a Juan Gaidó e al popolo del Venezuela: vi auguriamo tutto il meglio nel vostro cammino nel ripristinare la democrazia e rimarremo con voi fin quando la #Libertad non sarà ripristinata.” – ha scritto in un tweet il ministro degli esteri del Kosovo, Behgjet Pacolli.
I due paesi, quindi, continuano ad inseguire la linea americana, nonostante la distanza geografica.
Gli altri paesi
Cina, Turchia e Russia hanno avvertito gli Stati Uniti contro un eventuale intervento in Venezuela nel riconoscere il leader dell’opposizione come presidente ad interim.
I paesi hanno rilasciato comunicati forti a favore del presidente venezuelano, Nicolas Maduro, che ha prestato giuramento per un secondo mandato all’inizio di questo mese, nonostante in molti abbiano criticato la sua legittimità vista la profonda crisi economica che sta affliggendo il paese.
Da tempo, infatti, il Venezuela sta attraversando un crescente caos economico che ha provocato un elevatissimo numero di rifugiati (quasi tre milioni), in fuga per la carenza cronica di cibo e per le interruzioni di corrente elettrica.