“La breve vita di una delle persone che hanno avuto più successo in Albania. Fondatore della prima banca albanese a capitale privato ma anche grande sostenitore dell’arte e cultura.”
Artan Santo non aveva guardie del corpo. Si spostava a piedi da solo. Molti rimarranno stupiti, era ricco e nessuno riesce a immaginarsi una persona ricca in Albania senza persone attorno che la proteggano in ogni occasione. Non aveva paura, perché era sicuro di non avere alcun motivo per averne.
A quanto pare ha fatto male i calcoli su quanto può essere crudele l’uomo. L’assassinio di una delle figure più importanti dell’Albania ha creato un grande scompiglio, difficilmente ricomponibile con belle parole o anche con l’arresto dei colpevoli.
E’ il vuoto in cui tutti si sentono insicuri, insicuri per la vita, insicuri sulla strada, insicuri anche quando siamo convinti di non aver fatto del male e per questo il male non avrebbe motivo di trovarci. I messaggi che si sono diffusi sono indicatori di questa paura. L’ansia di camminare per strada e sapere di non essere mai al sicuro.
Il profilo fatto poche ore dopo la morte di Santo e ogni altra cosa vicina a lui sono state collegate al suo ruolo nel film “Guximtaret” (I coraggiosi). Era un tesoriere coraggioso, un investitore coraggioso in campi mediatici mai testati prima, come scrive Basir Çollaku, una delle persone che ha lavorato con lui nella creazione del canale “SCAN”. Era un uomo che ha incarnato il ruolo da lui svolto in un film da ragazzino. Di lui si può scrivere anche che era coraggioso per aver osato essere più capace di tanti altri in Albania, un atto folle, che probabilmente gli è costato la vita.
“Fare soldi in poco tempo ti dà sicurezza, ma ti fa perdere te stesso. Artan Santo non ha mai voluto questo, quindi ha sempre cercato di fare entrambe le cose: guadagnare senza rinunciare alla propria umanità”, scriveva due anni prima Kozeta Kurti in una descrizione del finanziere allora 55enne. Edi Rama in un messaggio sui social network ha definito Santo “un buon amico, che voleva vivere e voleva bene alle persone”. Altri hanno parlato di lui come il direttore che ascoltava i colleghi ed era sempre pronto ad aiutarli.
Nel suo profilo su “Top-Channel” lui è “l’uomo che ha avuto un grande amore non solo per la vita e per il suo business, dove è stato classificato come uno dei banchieri di maggior successo, ma anche per l’arte che egli ha sempre sostenuto”. Artan Santo, banchiere 58enne, era padre di due figli e conosciuto come proprietario e co-proprietario di attività bancarie e media albanesi. Nato a Tirana nel 1956, frequenta l’università di economia nel 1976 e nel 1979 si laurea in economia contabile; negli anni 1981-87 Santo studia scienze politiche e giurisprudenza laureandosi come avvocato. Fino al 1984 lavora presso l’impresa commerciale industriale a Tirana. Poi il suo lavoro si concentra sull’istituto degli studi economici alla direzione del dipartimento dell’economia mondiale dove ha avuto un occhio lungo da analista dei principali fenomeni di sviluppo mondiale. Dopo l’esperienza nella banca dello stato, Santo viene nominato specialista del credito della cassa di risparmio. Qui ha inizio il suo viaggio di 6 anni verso le vette della cassa di risparmio. Artan Santo è conosciuto come l’uomo che ha dato una svolta a questa banca perché quando ne assume il comando, nel 1997, la banca ha un debito di 6 miliardi. Quando lascia, nel 2001, la banca è in attivo con un profitto di 6 miliardi. “Mi sento molto orgoglioso per aver cambiato la situazione finanziaria di questa banca”, queste le parole di Artan Santo. Nel 2011, spinto dall’entusiasmo di quell’eccellenza che lo accompagnava ovunque, decide di accettare una nuova sfida, creare una banca commerciale a capitale totalmente albanese. I risultati finanziari nel corso degli anni non sono solo indicatori reali di crescita e sviluppo della “Credins Bank”, ma anche delle sfide che l’economia albanese deve affrontare ogni giorno.
Tutto questo è stato tradotto in più di lavoro in una banca e un impegno straordinario da parte di Artan Santo. Nel 2009 sotto la passione per l’economia e il coraggio per cambiare fonda il canale televisivo SCAN, l’unico canale mediatico dedicato unicamente alla finanza e all’economia.
Santo non era solo un economista straordinario e professionale, ma anche uno degli intellettuali più importanti d’Albania negli ultimi tre decenni. La sua eredità sta nello sviluppo di molti campi e settori di Albania. Sarà ricordato come l’uomo che ha osato e ha esteso la capitalizzazione di successo in Albania, come strumento integrante della democrazia.
Dal quotidiano albanese MAPO (traduzione di Dario Shehu)