Il partito democratico ha ufficializzato il ritiro dei suoi deputati dal parlamento albanese come altro segno di protesta contro il governo di Edi Rama.
“Il gruppo parlamentare del Partito Democratico ha deciso all’unanimità di abbandonare i seggi in Parlamento derivati dai voti del crimine e della mafia nelle elezioni parlamentari del 2017.” – ha affermato in mattinata il leader del Partito Democratico, Lulzim Basha.
Quest’ultimo considera il paese in uno stato di emergenza nazionale, a causa di quella da lui chiamata ‘la cattura del governo in flagrante mentre rubava voti’. Tuttavia, non ha fornito dettagli su come evolveranno queste dimissioni in blocco.
La democrazia albanese ha assistito ripetutamente a casi di boicottaggio parlamentari – criticati dagli esperti internazionali – da parte di differenti partiti d’opposizione negli ultimi tre decenni, ma la dimissione in blocca di un gruppo parlamentare rappresenta un evento del tutto originale e mai successo.
La decisione avviene a seguito della violenta manifestazione dell’opposizione, lo scorso sabato, davanti al palazzo di governo, che ha visto ripetuti scontri fra gruppi di manifestanti che hanno assaltato a più riprese il palazzo di governo e le forze dell’ordine che hanno risposto con gli idranti e i lacrimogeni.
Rama: niente dimissioni, opposizione è in crisi
Il premier albanese Edi Rama respinge la richiesta di dimissioni dell’opposizione che sabato scorso è scesa in piazza a Tirana, accusando il governo di brogli elettorali, corruzione e legami con la criminalità organizzata.
“Non replico nemmeno a queste accuse. Sono solo preoccupato perché questa politica del gettare fango non aiuta loro e nemmeno il Paese – ha detto Rama in un’intervista al Corriere della Sera – spero che il prima possibile la ragioni torni a prevalere sulla disperazione”.
Alla stessa opposizione che ha chiesto le sue dimissioni, Rama ha risposto: “Non ci penso nemmeno. Io ho avuto un mandato chiaro dal popolo, abbiamo una maggioranza netta in Parlamento e alla fine io ho un obbligo nei confronti dei miei connazionali. Non sono obbligato a dare seguito alle richieste della minoranza parlamentare. L’unico obbligo è il contratto con il popolo albanese che ci ha dato il voto per governare”.
Secondo il premier a essere in una “crisi profonda” sarebbe proprio l’opposizione, “che non è in grado di sfidare il governo politicamente”. “Questa minoranza è più debole rispetto alle elezioni del 2017: se andassimo a votare domani prenderebbe meno voti”, ha sottolineato.