Domenica 31 maggio, il Primo Ministro albanese Sali Berisha e il suo omologo kosovaro Hashim Thaçi hanno inaugurato la Galleria di Kalimash lunga 5,6 km, parte della superstrada Durazzo – Morinë che nel futuro collegherà Tirana a Prishtina.
Invece, il segmento Rrëshen – Kalimash che fa la parte del leone della superstrada, verrà inaugurata due giorni dalle elezioni del 28 giugno prossimo, e sarà uno dei cavalli di battaglia del governo per dimostrare i cambiamenti avvenuti durante il suo mandato. L’opposizione, non presente all’inaugurazione, mette in risalto gli abusi con i fondi per i quali sono in corso indagini da parte della Procura della Repubblica.
La cerimonia
“Non esistono montagne, ne ostacoli, non c’è nulla che può dividere non solo spiritualmente ma neanche fisicamente questa nazione”. Sono le parole di un Berisha visibilmente commosso all’inaugurazione della Galleria di Kalimash, lunga 5,6 km. La mattina del 31 maggio, in una cerimonia piena di simbolismo, due delegazioni governative, una dello stato albanese e l’altra di quello kosovaro, capeggiate dai primi ministri, si sono incamminate nelle entrate opposte della Galleria, interamente in territorio albanese, per rompere l’ultimo muro che avrebbe diviso fin’ad oggi la stessa nazione. All’interno di un caterpillar, Berisha di persona ha buttato giù il muro eretto per l’occasione, per abbracciarsi con il Primo ministro kosovaro Thaçi che lo aspettava dall’altra parte. Nei loro discorsi, di fronte a invitati e cittadini venuti anche dal Kosovo, i due primi ministri hanno enfatizzato l’importanza simbolica e strategica della strada che dovrebbe collegare le due capitali nel futuro. “Oggi, inauguriamo la galleria che non solo unisce gli albanesi tra loro, ma con gli servizi che offre nell’ambito dei trasporti e della circolazione, li unisce di più con le altre nazioni della regione, i macedoni, i serbi, i bulgari”, ha detto Berisha tra l’altro nel suo discorso. Invece Thaçi parlando dell’affinità tra i due stati albanesi, ha sottolineato che “l’indipendenza del Kosovo da all’autostrada la piena dimensione dell’affinità, e nello stesso tempo rappresenta il suo significato. Questa strada è lo sbocco del Kosovo al mare”. Thaçi ha ringraziato Berisha e il governo albanese per l’opera colossale, promettendo che si impegnerà a dare seguito anche all’interno del territorio kosovaro alla superstrada che una volta ultimati i lavori, si fermerà a Morinë, al confine con il Kosovo.
Le reazioni
L’apertura della Galleria è stata accolta calorosamente dai media kosovari che si sono incentrati sul valore simbolico dell’opera. “Grazie Sali Berisha” era il titolo di apertura del quotidiano kosovaro Express di domenica 31 maggio, “Si inaugura la galleria dell’unione” quello dell’altro quotidiano “Koha ditore” di lunedì 1 giugno. Diversa la situazione in Albania. Nonostante l’enfasi data dai media, le polemiche che hanno accompagnato la costruzione dell’opera e la campagna elettorale in corso fanno da padroni. L’inaugurazione della Galleria in piena campagna elettorale fa parte della strategia di marketing di comunicazione politica del governo Berisha. Di fatto, è stata inaugurata solo una delle due gallerie previste, l’altra è ancora in costruzione. Come fa notare il quotidiano Shqip, all’inaugurazione, che sembrava più un comizio elettorale, c’erano tutti i ministri e i candidati deputato del Partito Democratico. Il segmento Rrëshen – Kalimash, lungo circa 61 km, di cui la galleria fa parte, verrà inaugurata a due giorni dalle elezioni, e insieme all’adesione del paese alla NATO saranno gli esempi cardini delle promesse mantenute durante il mandato di governo. L’opposizione non ha partecipato all’inaugurazione e in una conferenza stampa, il segretario del PS di Tirana, Besnik Baraj, ha voluto ricordare l’aumento sproporzionato dei costi di costruzione del segmento Rrëshen – Kalimash in corso d’opera: “Da un investimento che doveva costare circa 418 milioni di euro, oggi i costi sono stati moltiplicati e i contribuenti albanesi dovranno pagare un valore aggiuntivo di 600 milioni di euro, un costo non giustificato, e la Corte dei Conti ha già stimato un abuso di 232 milioni di euro”. Per Baraj i fondi aggiuntivi potevano essere utilizzati per costruire 1450 scuole e 145 ospedali moderni.
I costi
Uno degli aspetti più discussi della superstrada sono stati i costi di costruzione, in cui la parte del leone la fa il segmento Rrëshen – Kalimash. La superstrada Durazzo – Morinë è stata una delle priorità nel piano di infrastrutture del governo Berisha. Il bando di gara per il segmento Rrëshen – Kalimash prevedeva la sua costruzione con ritmi accelerati e le varianti in corso d’opera, cioè partendo da un costo base per unità di lavoro, si dava la possibilità al contraente di modificare il tracciato e quantificare i costi in corso d’opera. Il Consorzio statunitense-turco Benchel Enka si è aggiudicato l’appalto per un costo di 418 milioni di euro nel 2006. L’anno successivo, il Ministero dei Trasporti ha quantificato il costo del segmento in 520 milioni di euro e attualmente il costo non dovrebbe superare i 720 milioni di euro. Invece per la Procura della Repubblica che ha avviato indagini sul segmento, il costo di Rrëshen – Kalimash, incluso l’IVA e gli interessi dei prestiti commerciali è di un miliardo e 27 milioni di euro. Reperire i fondi per la sua costruzione non è stato facile. L’idea di sostenere il progetto della superstrada Durazzo – Morina risale al 1999. All’epoca, i socialisti erano al governo e la guerra in Kosovo era appena terminata. Negli anni successivi, le istituzioni finanziarie internazionali quali la Banca Mondiale, la Banca Europea per gli Investimenti, il Fondo Monetario Internazionale, nonostante il lobbing del governo albanese, hanno dimostrato disinteresse a finanziare un progetto che avrebbe avuto importanza strategica solo per l’Albania e il Kosovo e non per l’intera regione balcanica. Nel 2003, il governo socialista ha introdotto una tassa per i proprietari dei veicoli per finanziare la sua costruzione. L’ammontare di questa tassa e il suo utilizzo sono stati oggetto di dibattito tra la maggioranza e l’opposizione dell’epoca. Arrivato al potere nel 2005, Berisha era determinato di portare avanti il progetto a costo di “fondere l’oro delle ragazze e donne albanesi”. I fondi per la sua costruzione sono stati reperiti dalle finanziarie, le privatizzazioni e in maggior parte da prestiti commerciali contratti con banche straniere, con interessi più alti rispetto alla media. Per gli anni successivi, si prevede che gli interessi siano di circa 30-40 milioni di euro l’anno. Anche l’ammortamento dei costi sarà più lungo, perché per poter entrare a pieno regime, bisogna che termini la strada che collega Morina a Prishtina, ancora in fase di studio, e si amplino le capacità dei porti di Durazzo e Shengjin, quest’ultimo concesso al Kosovo.
Gli abusi
Invece l’aspetto più inquietante della superstrada Durazzo – Morina sono i presunti abusi e irregolarità riscontrate dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica. In questi anni, l’opposizione e alcuni media hanno messo in risalto tante irregolarità tra cui l’assegnazione dell’appalto al Benchel Enka senza un progetto tecnico sul tracciato del segmento Rrëshen – Kalimash, il non rispetto delle norme di concorrenza e la mancanza di un costo fisso che avrebbe lasciato spazio agli abusi con i fondi. Berisha e i suoi ministri hanno fatto scudo attorno al progetto, echeggiando soprattutto il valore simbolico dell’opera, cioè la possibilità di collegarsi in tempi più rapidi con il Kosovo, l’altra metà della nazione albanese, per poter garantire la crescita degli scambi e la creazione di una zona economica unica. Inoltre il governo accusa l’opposizione di rappresentare interessi antinazionali perché non vuole la costruzione di questa “aorta” fondamentale per lo sviluppo della nazione. Nel 2007 la Procura della Repubblica ha avviato un’indagine sulle presunte irregolarità e abusi, richiedendo al parlamento di togliere l’immunità parlamentare a Lulzim Basha, all’epoca dell’appalto con il portafoglio dei Trasporti e attualmente Ministro degli Esteri uscente. Le indagini della Procura hanno stabilito molte irregolarità nelle procedure d’appalto e un danno a spese dello stato albanese di circa 192 milioni di euro. All’inizio del 2008, anche la Corte dei Conti albanese ha constatato in una sua relazione sul segmento Rrëshen – Kalimash, irregolarità nelle procedure di appalto e abusi a favore di Benchtel Enka del valore di 100 milioni di euro. Il parlamento ha tolto l’immunità parlamentare a Basha che risulta indagato per abuso d’ufficio, corruzione passiva di funzionari pubblici, irregolarità nei bandi di gara pubblici, influenza indebita su persone con funzioni pubbliche. A tutt’oggi non c’è una sentenza su Basha. Il tribunale di primo grado lo ha prosciolto perché le indagini si erano protratte oltre i termini procedurali. L’Appello e la Cassazione hanno convalidato la sentenza del tribunale di primo grado. A maggio di quest’anno, la Cassazione ha accettato di riesaminare il caso Basha ma non si è ancora pronunciata.
La strada
La superstrada Durrazo – Morinë, lunga 170 km, servirà per migliorare le vie di collegamento con il Kosovo. La superstrada passa lungo l’asse Durazzo – Vorë – Fushë Krujë – Milot – Rrëshen – Reps – Thirrë – Kalimash – Kukës – Morinë, quest’ultima al confine con il Kosovo. Dei 170 km, 59 km di strada da Durazzo a Milot sono esistenti e la costruzione degli altri 111 km è divisa in tre lotti: Milot – Rrëshen (26 km), Rrëshen – Kalimash (60,85 km) e Kalimash – Morinë (24 km). La parte esistente da Milot a Morinë è stato costruita tra gli anni ’30 e ’60 del ‘900, in terreno montuoso fino a 1000 m di altezza, piena di tornanti, con due corsie e una circolazione di veicoli molto limitata. La costruzione dei tre lotti accorcerà di circa 45 km la strada esistente, riducendo anche i tempi di percorrenza a 2 ore dai 6 attuali con una velocità media di 80-100 km rispetto ai 30-45 precedenti.
La parte più difficile della superstrada è il segmento Rrëshen – Kalimash, costruito dal Consorzio statunitense-turco Benchel Enka. I lavori sono iniziati nel 2006 e verranno consegnati alla fine di giugno. Il segmento lungo 60,85 km avrà 2 corsie per senso di marcia, include due gallerie da 5,53 km e 27 ponti per una lunghezza di circa 4.5 km e altezza massima di 80 m. Attualmente è stata aperta solo una delle due gallerie e i lavori nell’altra dovrebbero terminare a settembre.