La notizia sulla costruzione della centrale nucleare a Scutari pubblicata dai media albanesi, montenegrini e croati, non è stata ben accolta dagli scutarini che hanno iniziato ad organizzarsi per esprimere la loro contrarietà alla realizzazione del progetto.
I viali principali di Scutari sono stati riempiti di volantini e manifesti in cui si spiegano le conseguenze legate alle centrali nucleari quali i tumori o le nascite con deformazioni e il rischio costante per l’incolumità dei cittadini dalla presenza di una “potenziale mini-bomba atomica”. Tra l’altro, anche uno dei deputati di Scutari, Gilman Bakalli, fino all’anno scorso membro del gruppo parlamentare del Partito Democratico, ha promosso una petizione contro la centrale, riuscendo a raccogliere centinaia di firme da parte dei cittadini entro pochissimo tempo.
Scutari è il bastione più forte del Partito Democratico dalla prime elezioni pluraliste, ed è bastato tanto per far sì che il governo albanese smentisse immediatamente la notizia. Il premier Berisha appena rientrato dalla sua visita ufficiale in Cina, ha dichiarato in conferenza stampa che quanto diffuso dai media è falso. Berisha ha garantito che non ci sarà nessuna centrale nucleare a Scutari e ha accusato l’opposizione di avere pagato un giornale croato per divulgare una notizia falsa. La notizia sarebbe servita al Partito Socialista per usarla come carta contro il governo durante la campagna elettorale in corso. Di fatto, nella sua visita a Scutari il leader del PS, Edi Rama, tra l’altro, ha promesso agli scutarini che non avrebbe permesso a Berisha di costruire una centrale nucleare nella loro città. Anche Jozefina Topalli, Presidente del Parlamento e scutarina d’origine, durante una visita nella sua città, ha dichiarato per TV1 Channel, un’emittente locale, che la notizia sul nucleare a Scutari era solo una menzogna. Non si è fatta attendere la smentita anche da parte del governo croato che ha dichiarato che non c’è stato nessun accordo tra i due paesi perché per un opera di questa portata solo per lo studio di fattibilità servirebbero alcuni anni, senza smentire che nel agenda dei due premier era stato previsto discutere su un progetto del genere.
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