A una giornata di tempesta ne segue una di bonaccia. Oggi l’Alba Film non si è vista, e gli alberi hanno guadagnato un giorno di vita in più.
Ottenuto ciò che volevano, adesso il governo si prende tutto il tempo che desidera per proseguire l’opera di distruzione di questo patrimonio culturale.
Le notizie di oggi sono che il Governo Tedesco ha portato la questione della Marubi al suo parlamento e che Alba Film ha chiesto a Cashku 400.000 Euro di risarcimento per aver distrutto l’edificio in cui si trova la scuola… incredibile.
Ho avuto la fortuna di vedere le foto di come era questo edificio prima che se ne prendesse cura Kujtim, e non mi sembra che sia stato distrutto, anzi.Una massa di rovi e spazzatura lo ricopriva (come molti altri edifici qui al Kinostudio) e il tetto in alcune parti era aperto perchè la struttura stava iniziando a collassare su stessa a seguito di un incendio.
Purtroppo questa è una guerra personale nei confronti di Kujtim, e non so proprio come andrà a finire.
Qui ci si lecca le ferite, il giardiniere Osman ha iniziato a togliere tutte le tracce elettriche che si ramificano nel giardino e la cosa è complicata perchè non soltanto le linee elettriche passavano sottoterra, ma anche una complessa rete di cavi audio-video che serviva a gestire l’anfiteatro era stata interrata in un’intelligente sistema di controllo centralizzato.
Lo guardo lavorare silenziosamente mentre bevo un caffè con gli studenti che discutono ancora di ciò che è successo ieri. Il morale è buono, si scherza e si ride e io mi sento davvero in famiglia qui con loro.
“Anche se la scuola chiuderà noi comunque avremmo fatto la Storia” mi dicono “saremo gli studenti della Marubi, l’unica Accademia di Cinema che questo paese ha avuto dopo la dittatura!” e anche io mi sento orgoglioso di farne parte.
E pensare che Pietro Marubi è un mio connazionale un esule politico che giunse qui da Piacenza nel 1856 e fondò uno studio fotografico, dando inizio a tutta una dinastia di fotografi che hanno documentato la nascita e la crescita di questo paese fino alla dittatura.Un altro elemento che si aggiunge ai già numerosi altri elementi che legano l’Italia e l’Albania.
Mi stupisce infatti sapere che tra tutte le rappresentanze diplomatiche l’Ambasciata Italiana è l’unica che ancora non ha espresso niente sull’argomento, nessun comunicato, nessuna nota, niente di niente.
Mah….
Mi chiamano di la al montaggio per farmi vedere il video sulla giornata di ieri che è in fase di finalizzazione.
Appunto.
Il video è bellissimo, mi ha emozionato di nuovo, e vedere questa sala di montaggio equipaggiata con le migliori attrezzature professionali mi fa sentire in America nemmeno in Europa.
Ce ne sono tre così di sale montaggio, poi c’è un grande sala Cinema all’ingresso e tre sale multimediali, oltre a una biblioteca con decine di computer a disposizione degli studenti (tutti connessi alla rete wireless della scuola) e una filmoteca con centinaia di dvd di pubblico accesso.
Tutto questo tesoro non è costato un euro (anzi, un lek) al governo Albanese ed è a disposizione di tutti, studenti e non.
La giornata volge al termine, il cielo si sta annuvolando e domani forse pioverà.
“Speriamo di no” mi dice una ragazza “che qui a Tirana quando piove diventa tutto fango” io sorrido e le dico che in Albania la pioggia non l’ho mai vista ma solo il sole, come quello che questi giorni ho visto splendere negli occhi di tutti coloro che qui stanno combattendo per la scuola.