In un articolo pubblicato stamattina sulla pagina web del quotidiano Shqip vengono rese note le condizioni che la Grecia ha messo sul tavolo delle trattative per l’accordo sul confine marittimo con l’Albania.Secondo l’articolo, fonti sicure dal Ministero degli Esteri fanno sapere che l’Albania non dovrebbe avviare i negoziati con la Grecia relative alla divisione del confine marittimo fino a ottobre di quest’anno, momento in cui per la terza volta verrà valutata la richiesta per lo status di Paese candidato all’UE. Si ricorre a tale approccio al processo di negoziazione per tutelare la parte albanese dalle condizioni che la Grecia potrebbe imporle.
Dal Ministero degli Esteri dichiarano che l’influenza della Grecia come membro dell’Unione Europea suscita grande timore, e a quanto pare questo atteggiamento da parte del governo albanese non è mera esagerazione, ma si lega piuttosto al ricordo della prima volta in cui i due Paesi discussero della delimitazione del confine marittimo. Le fonti diplomatiche, rese poi note anche dai documenti pubblicati su “Wikileaks”, hanno dimostrato che le generose concessioni dell’Albania durante i negoziati sono il risultato dell’enorme pressione esercitata da Atene per bloccare l’accordo di stabilizzazione e di associazione, fondamentale per Tirana e per il suo avanzamento verso l’integrazione nelle istituzioni dell’UE.
In un’intervista per la tv “Vision Plus” il ministro degli Esteri Edmond Panariti ha dichiarato che per risolvere questa delicata questione diplomatica esiste anche la possibilità di percorrere la strada dell’arbitrato internazionale. Secondo il ministro degli Esteri, infatti, la negoziazione da parte del governo albanese è stata effettuata in conformità con la decisione della Corte costituzionale, ma “se tra i nostri Paesi non ci sarà un accordo allora il passo successivo sarà probabilmente l’arbitrato internazionale”.
A inizio settembre Panariti sarà in visita ufficiale in Grecia per discutere sui rapporti bilaterali e altre importanti questioni riguardanti i due stati.
Lo stato ellenico, dal canto suo, ha chiaramente indicato che non intende avviare nuove negoziazioni e, di conseguenza, non accetterà un nuovo accordo sul confine marittimo con l’Albania; il ministero degli esteri greco, sulla stessa posizione, in diverse dichiarazioni pubbliche ha ribadito la propria contrarietà alla decisione della Corte costituzionale albanese di stipulare un nuovo accordo.