Le sempre più numerose iniziative turche nei Balcani, che si sono intensificate sopratutto in questi anni, sembra che segnino il rientro della Turchia nella regione.L’attivismo di Ankara in questi ultimi anni, coincide più o meno con il centenario dell’uscita dell’Impero ottomano dalla penisola balcanica. Nella prima guerra balcanica del 1912, infatti, un’alleanza militare composta da Grecia, Serbia, Montenegro e Bulgaria sconfisse l’Impero, provocando l’inizio del ritiro definitivo della potenza ottomana dai Balcani. Il declino storico dell’impero ottomano, fu completato dalla sconfitta nella prima Guerra mondiale, da parte del Impero austro-ungarico e la Germania Guglielmina.
Ma oggi,un secolo dopo la Turchia ritorna nei Balcani diversa. Ritorna come un paese di notevole peso, sostanzialmente democratico e moderno, con grandi potenzialità economiche e un importante dinamismo demografico. Il 2002, l’anno in qui ascese al potere il partito di Giustizia e Sviluppo (AKP) del attuale premier Erdogan, ha segnato la costruzione di una nuova politica estera turca per i Balcani. Senza dubbio il vero protagonista di questa nuova politica è stato il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ex-professore di relazioni internazionali in diverse Università, tra cui quella di Malaysia ed ex-consigliere diplomatico del Primo ministro Erdogan. Davutoglu ha più volte illustrato quello che vorrebbe essere il nuovo ruolo della Turchia nella regione, e soprattutto nelle zone ove vivono maggioranze musulmane. In occasione delle sue visite nei Balcani, il ministro turco, ha evocato con grande fierezza i momenti della comune storia e ha più volte ribadito che il destino dei Balcani e della Turchia è comune. L’obbiettivo della politica estera turca è quella di fare dei Balcani insieme alla Turchia il centro della politica mondiale, come negli anni passati. A questo scopo la Turchia è intervenuta subito,con una politica molto chiara, mettendo al centro delle relazioni con i paesi balcanici i legami economici.
Dal 2004-2005, la Turchia ha rapidamente aumentato gli investimenti nella maggior parte dei paesi balcanici, senza includere l’Islam come ponte religioso e culturale. La Turchia ha il vantaggio di avere un mercato molto aggressivo ed efficace e investimenti che coprono tutti i principali settori. Ad esempio vi sono stati numerosi progetti di infrastrutture in Kosovo, Serbia, Montenegro e Albania, per centinaia di milioni di euro. La Turkish Airlines ha acquistato una quota di minoranza nella compagnia di bandiera della Bosnia-Erzegovina, B & H Airlines, ed è in trattative per prendere in consegna della Serbia la JAT Airways. Investimenti turchi includono anche, il settore delle telecomunicazioni in Albania dove il “colloso” Turco “Çalik Holding”, ha acquistato la maggioranza delle quote della società AlbTelecom, ed ha investito milioni di euro nella telefonia mobile.
Altri settori chiave dove la Turchia esercita la sua influenza sono: Il settore bancario in Albania, Bosnia-Erzegovina, Romania, Bulgaria, Grecia, il settore energetico Bosnia-Erzegovina; l’industria automobilistica Bulgaria; l’agricoltura Bosnia-Erzegovina;l a sanità Albania, Kosovo; l’industria alimentare Macedonia,; l’istruzione Bosnia-Erzegovina, Albania.
Inoltre diverse imprese turche potrebbero aumentare i loro investimenti a causa della crisi in Grecia e Romania. Lo scorso novembre, Turchia e Bulgaria hanno accettato di costruire un gasdotto di interconnessione per aumentare le forniture di gas del Caspio in Bulgaria. La Bulgaria ha inoltre firmato un accordo con la Grecia per la costruzione di un oleodotto in questo ramo. Ma, oltre alla sfera economica la Turchia,sta cercando di esercitare la sua influenza intervenendo anche sulla sfera culturale. Molte soap opera turche stano andando in onda in molte emittenti televisive dei paesi balcanici. Molte università e scuole finanziate dalla Turchia sono state aperte in Albania ,Kosovo, Bosnia-Erzegovina; corsi gratuiti di lingua turca in Albania; ristrutturazione di monumenti di epoca ottomana in Serbia, Albania, Kosovo, Macedonia e Bosnia-Erzegovina;insegnamento della storia del periodo ottomano nelle scuole in Albania e Kosovo;centri culturali in Romania, Albania, Kosovo, Bosnia-Erzegovina; sostegno alle minoranze turche in Bulgaria, Grecia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina.
Anche se la dimensione economica delle relazioni è elogiata, va detto comunque ,che la dimensione culturale attira critiche non solo da avversari tradizionali in Turchia, ma anche da parte del Kosovo, dell’Albania o della Macedonia.
La percezione delle attività turche nei Balcani, per una parte del popolo, sembra diventare dominante e sostituisce l’influenza occidentale e dell’Unione europea. Non bisogna dimenticare che i paesi balcanici guardano al Unione Europea guardano al modello culturale occidentale.
Resta comunque il fatto che i Balcani occidentali sono al di fuori del mercato comune dell’Unione europea e la Turchia è un importante partner commerciale. I paesi dei Balcani sono alla ricerca di investimenti stranieri per accelerare la crescita economica, e la Turchia sembra essere un partner idoneo e adeguato per ottenere il massimo vantaggio economico, e i benefici sono reciproci. Le esportazioni turche verso la regione sono in aumento, con accordi di libero scambio sul posto tra la Turchia e i singoli paesi. La possibilità per le imprese dei Balcani di esportare in Turchia sono in aumento.
Politici e uomini d’affari turchi sono pronti a concentrarsi sulla regione con cui godere di un enorme surplus commerciale. La maggior parte dei paesi dei Balcani sono relativamente poveri e la quantità di investimenti esteri diretti è piuttosto limitata. La Turchia, dunque, domina il commercio e gli investimenti, acquistando aziende ad un buon prezzo, nonostante la situazione politica a volte instabile. Una volta che la regione entra a far parte dell’Unione europea, tali attività saranno sempre più importanti, e procederanno anche se la Turchia non dovesse diventare un membro dell’UE ,perché la Turchia è ormai parte della partita balcanica ed è intenzionata a giocarvi un ruolo da protagonista.