L’opposizione albanese di centro sinistra guidata da Edi Rama ha voluto ricordare questa mattina le vittime degli scontri del 21 gennaio dello scorso anno fra i suoi sostenitori e le forze di polizia.Il corteo è partito poco dopo le undici dalla sede del partito socialista per poi fermarsi nelle vicinanze della sede della presidenza del Consiglio, presidiata da ingenti forze di polizia. Oltre ai dirigenti dell’opposizione e ai loro sostenitori, hanno preso parte al corteo i familiari delle vittime, queste ultime immortalate in gigantografie installate ai margini del viale, a poca distanza dal Palazzo del governo. In un rigoroso silenzio, i partecipanti alla manifestazione – conclusasi nell’arco di un’oretta – hanno deposto decine di garofani e di rose rosse accanto alle immagini delle vittime.
Si sono in seguito trasferiti presso l’Accademia delle Belle Arti dove i familiari delle vittime hanno ricordato i loro cari chiedendo giustizia.Riportiamo le testimonianze dei familiari e del leader del Partito Socialista Edi Rama.La vedova di Aleks Nikaj – una delle vittime – ha iniziato ringraziando tutti per il supporto e la solidarietà ricevuta durante questo lungo e doloroso anno. Ha ricordato i motivi della partecipazione del marito alla manifestazione dell’anno passato ricordandoci che è stato la vittima e non il carnefice di questa tragedia come è stato fatto passare durante quest’anno. Ricorda ripetutamente le domande postegli dalle sue bambine ancora ignare della morte del padre. Il fratello della vittima Hekuran Deda, scoppiato in lacrime, non è riuscito a salire sul palco invitando la nipote a leggere il suo discorso. La bambina rivendica giustizia accusando nuovamente il premier Berisha di aver ucciso per la seconda volta suo zio offrendo denaro in cambio del loro silenzio. Alla fine la ragazza ha letto una sua poesia dedicata allo zio. La vedova di Faik Myrtaj in lacrime chiede giustizia per la morte non solo del marito ma anche del figlio suicida poco dopo l’assassinio di suo padre. Tutte le sue parole esprimevano dolore e impotenza per la mancata giustizia.Toccante l’intervento di Ana, la figlia dodicenne dell’altra vittima Ziver Veizi, la quale in lacrime ha raccontato quanto difficile possa essere la vita senza suo padre e quanto più pesante ogni giorno questa diventi in mancanza di giustizia. Tutto si conclude con il discorso del leader socialista Edi Rama il quale ha ricordato il motivo – il disagio economico e sociale – per il quale le vittime sono scese in piazza a protestare. Rama ha ribadito che in ogni paese europeo come pretende di essere l’Albania, nelle manifestazioni la vita umana viene sempre salvaguardata, citando vari esempi di proteste europee da Londra ad Atene. Il 21 Gennaio 2011 questo non è successo e la colpa è del governo Berisha. Inoltre Rama invita Berisha ad ammettere le proprie colpe e a chiedere scusa ai familiari delle vittime. A chiusura del suo intervento ringrazia l’FBI per il loro supporto alla Procura albanese. Alle famiglie delle vittime Aleks Nikaj, Hekuran Deda, Faik Myrtaj e Ziver Veizi è stata donata la medaglia d’onore dai rispettivi comuni.