Alla vigilia del 21 gennaio 2012 le campanelle degli USA suonano di pericolo.Tirana – A distanza di un anno, le palme bruciate appaiono molto più anziane di prima. Nonostante ciò, sembra che vogliano guarire dalle ferite, abbracciano di nuovo il sole, vogliono dimenticare e continuare a vivere. Ma quel 21 gennaio 2011 è rimasto ben impresso nella memoria del popolo della “Terra rossa” dove persero la vita 4 persone nella protesta inizialmente “pacifica” organizzata a Tirana dalla sinistra contro il governo attuale. Come ogni anniversario, specie se è di un ricordo doloroso come quello accaduto un anno fa a Tirana, risveglia i ricordi di quei momenti e la rabbia ritorna ad agitare le menti stanchi e i cuori spezzati di chi non dimentica per ricordare, o non vuole dimenticare per altri motivi. Mentre il popolo socialista si sta organizzando per ricordare quel 21 gennaio e chiedere per l’ennesima volta che sia fatta giustizia che vengano identificati e puniti i responsabili, l’ambasciata americana di Tirana sembra preoccupata e (giustamente) si organizza per proteggere i suoi cittadini che si troveranno in Albania in quella data.
In un comunicato informativo l’ambasciata informa i suoi cittadini che il Partito Socialista Albanese ha già presentato il programma. Ha confermato che il Sabato, 21 gennaio 2012 terrà una protesta pacifica nella capitale albanese, ha invitato anche le altre città ad organizzarsi e scendere nelle piazze.
L’ambasciata americana usa parole chiare e “rinfresca la memoria” ai suoi cittadini ricordando che in Albania le proteste iniziale sono caratterizzate da una grande partecipazione e quelle che seguono di solito superano i 10 mila di persone. Riferendosi a quella di un anno fa l’ambasciata sottolinea un dato molto importante “Le proteste inizialmente sono di carattere pacifico, ma si trasformano o possono trasformarsi anche in scontri violenti e sanguinosi, e invita i suoi cittadini ad evitare (la dove sarà possibile) non solo di partecipare, ma anche di uscire di casa e stare informati seguendo le fonti informativi locali”.