L’Albania partecipa a molte organizzazioni internazionali. Tra loro c’è ne una che ha un significato particolare e simbolicamente più forte, anche se meno conosciuta al grande pubblico. Si tratta dell’Iniziativa Adriatico – Ionica (IAI).IAI è stata avviata con una Conferenza sullo Sviluppo e la Sicurezza nel Mare Adriatico e nello Ionio tenutasi ad Ancona nel 2000, cui hanno partecipato i Capi di Governo e i Ministri degli Esteri di sei Paesi rivieraschi (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia).
Al termine della Conferenza, i Ministri degli Esteri, alla presenza della Commissione Europea, firmarono la “Dichiarazione di Ancona”, affermando l’importanza della cooperazione regionale quale strumento di promozione della stabilità economica e politica, condizioni necessarie per il processo di integrazione europea. Ai sei membri originari si è aggiunta l’unione di Serbia – Montenegro nel seguito alla scissione della federazione, nel 2006, entrambi gli Stati hanno mantenuto la membership nell’Iniziativa, attualmente costituita quindi da otto Paesi. Per capire meglio di cosa si occupa, sono andato ad Ancona presso la sede istituzionale, a intervistare l’ambasciatore Fabio Pigliapoco, attuale segretario generale. Prima di ricoprire questo incarico, è stato per molti anni a servizio nelle ambasciate italiane di Washington,Londra, Praga, Zagabria, oltre a molti ruoli dirigenziali alla Farnesina. La cittadella, come la chiamano, dove si trova la sede, sorge su una collina dentro la città di Ancona, da dove si gode di un ottima vista ed è situata all’interno di una rocca antica ristrutturata da non molto. Più tardi l’ambasciatore mi spiegherà che si tratta di ambienti che la Regione Marche ha messo a disposizione per l’Iniziativa Adriatico – Ionica.
Come funziona praticamente l’IAI e quali sono i suoi organismi?
L’Organo decisionale dell’Iniziativa Adriatico Ionica è il Consiglio dei Ministri degli Esteri (Consiglio Adriatico-Ionica), la cui agenda viene elaborata nel corso degli incontri periodici tra i Senior Officials, che si tengono tre volte l’anno. Ogni anno si riunisce anche la riunione dei presidenti di parlamento dei paesi membri IAI, per dare un forte impronta di come l’appartenenza a questo organismo riguardi tutto l’arco politico del paese e non solo dell’esecutivo in carica in quel momento. L’organo tecnico, invece, è composto dai Senior Officials che sono anche i miei colleghi e le persone con cui mi sento costantemente. Tutti loro sono alti funzionari dei rispettivi ministeri degli esteri. Dal 2008, per rendere più continuative e coordinate le attività, è stato costituito anche il segretariato permanente, che io dirigo da quest’anno. Il nostro ruolo fondamentalmente è quello di garantire la continuità nel passaggio tra due presidenze e di offrire ai paesi membri la possibilità di poter catalizzare al meglio le loro proposte. Poi ci sono i tavoli tecnici.
Molto spesso le persone non hanno familiarità con il significato della partecipazione ad iniziative intergovernative e internazionali per un paese. Ambasciatore, ci può spiegare quali possono essere i benefici per l’Albania con la propria adesione alla IAI?
Innanzitutto possiamo partire dicendo che c’è un interesse che va nella direzione dell’integrazione europea. Non dimentichiamoci che tra i paesi membri dell’IAI ci sono l’Italia, la Grecia e la Slovenia sono paesi membri della UE, mentre la Croazia ne entrerà a far parte come membro presumibilmente nel 2013. Stiamo parlando di un iniziativa con una forte impronta europea. Partecipare quindi, direttamente ad un organismo che tra i vari obiettivi ha anche quello dell’integrazione europea, sicuramente per l’Albania è un significativo valore aggiunto. Diciamo che possiamo paragonare la IAI come un autobus, dove la fermata finale e casa dei passeggeri è l’Unione Europea. Ecco l’Albania è su questo autobus e sicuramente prima o poi arriverà alla sua fermata finale,insieme agli altri paesi.
I Balcani vengono citati negativamente, al punto di dare vita al termine di balcanizzazione che viene usato per sottolineare situazioni di divisioni e lacerazioni. Dentro la IAI, che ruolo ha la cooperazione regionale?
La cooperazione regionale, è un’altro valore aggiunto importante per l’Albania, cosi come per tutti gli altri paesi aderenti. A questo proposito le cito una frase detta dal Ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, attualmente alla Presidenza annuale della IAI, che aprendo la prima riunione dei Senior Officials sotto la Presidenza serba nel giugno scorso, ha sostenuto “ è bello e utile avere ottimi rapporti con paesi lontani, ma che senso avrebbe tutto ciò se poi non siamo in grado di costruire buoni rapporti con i nostri vicini?”. Quindi, la cooperazione regionale è un tassello fondamentale. In questo momento noi stiamo costruendo una nuova mentalità, cioè quella di far sentire tutti i paesi membri del solito gruppo, di una sorta di club che lavora per la buona riuscita dei progetti comuni. Chiaramente non sempre troviamo tutti d’accordo, ma discutiamo e ci mettiamo intorno ad un tavolo, con la consapevolezza di un appartenenza comune. Non è il caso dell’Albania, ma pensi al fatto che solamente 10 anni fa, alcuni di questi paesi erano in conflitti aspri tra di loro, mentre oggi ragioniamo di progettazione comune intorno al solito tavolo. Per l’Albania, vivere in una situazione di collaborazione e stabilità con i paesi vicini, è senz’altro un valore aggiunto.
Abbiamo sentito parlare di Macro regione Adriatica. Di che cosa si tratta è che tipo di ruolo potrà avere l’IAI all’interno di quel processo?
La Macroregione Adriatica sarà uno dei modi che la UE avrà per potenziare lo sviluppo e sostenere maggiormente la stabilità interna nell’area del sud est adriatico. Prevediamo di concludere il percorso che ci porterà alla costituzione, entro il 2014.
L’unica macroregione che al momento ha raggiunto una forma compiuta è quella baltica, tenuta a battesimo nell’ottobre 2009 e formata da Norvegia, Germania, Finlandia, Polonia, Svezia, Russia e dalle tre repubbliche baltiche. La prossima sarà quella danubiana, di cui fanno parte 14 paesi: tutti quelli attraversati dal “fiume blu”, più Repubblica ceca, Bosnia, Slovenia e Montenegro. Per quanto riguarda la Macroregione Adriatica, l’Iniziativa Adriatico – Ionica potrà giocare un ruolo importante, in quanto già incubatrice di processi simili.
Quali sono gli ambiti della IAI e quali strumenti utilizza?
La IAI, come le dicevo anche nella prima parte, opera in diverse aree della cooperazione regionale, anche attraverso tavole rotonde, cui partecipano esperti dei vari settori, che provengono da tutti i paesi membri. Principalmente gli ambiti in cui ci muoviamo, avendo come linee guida i protocolli di intesa firmati tra i stati membri, sono quello del turismo, dello sviluppo rurale, della cultura e cooperazione inter – universitaria, delle piccole e medie imprese, e anche dell’ambiente. Su questo ultimo punto, mi voglio incentrare in modo particolare, per sottolineare ancora una volta l’importanza che l’elemento mare assume in questa organizzazione. Quando parlo di mare intendo anche sviluppo turistico, rurale e imprenditoriale intorno a questo mare, quindi un motore e volano delle economie dei paesi membri.
La IAI finanzia direttamente dei progetti?
Attualmente, e questa è una novità, noi stiamo preparando la possibilità di finanziare dei piccoli progetti, che devono venire dalle società civili dei paesi membri. In questa direzione cercheremo di spingere il più possibile affinché questi progetti poi possano diventare dei casi pilota e fare da base per ulteriori interventi anche della Unione Europea. A breve ci saranno sul sito le modalità e i campi in cui si potranno focalizzare i nostri interventi, che torno a ribadire, saranno di piccole dimensioni. Principalmente parliamo di progetti nell’ordine di 30 o 40 mila euro. In Italia ci sono comunità, quella albanese prima di tutte, molte numerose. Ultimamente si sente parlare sempre più spesso di coosviluppo. Al momento state pensando progettualità o studi che vadano nella direzione di unire la presenza di comunità di immigrati, con lo sviluppo economico del loro paese di origine? Al momento non ci sono studi o progetti inerenti questo tema. Personalmente lo ritengo di grande interesse. Qualora uno degli stati membri, perché ovviamente il segretariato è uno strumento dei stati membri, dovesse presentare questo tema, penso che non ci sarebbe nessuna difficoltà a trattarlo da parte nostra, anzi.
Prima parlavamo di Ancona, e della disponibilità della Regione Marche ad ospitare la sede del Segretariato permanente dell’IAI. Leggendo il suo cv ho visto che lei è nato proprio ad Ancona. Che effetto le fa essere “tornato” a casa, dopo tanti anni?
La regione Marche ha sostenuto con grande forza e convinzione questo progetto ed è proprio grazie a loro che oggi abbiamo questa sede dislocata in un posto incantevole dentro la città di Ancona. La mia nomina, che ha una durata triennale, rinnovabile è del tutto casuale e non ha un collegamento diretto con il fatto che sia originario di Ancona (il collega prima di me, Alessandro Grafini, era di Venezia). Noi diplomatici siamo un po’ migranti in realtà, perché non abitiamo mai per troppo tempo nello stesso posto, e per me tornare ad Ancona dopo cosi tanti anni è stato un po’ una sorpresa.
Grazie del tempo che ci ha dedicato e buon lavoro.
Grazie a voi.