Berisha fornisce altri dati sul presunto putsch dell’opposizione. Sarebbe implicato anche il Presidente della Repubblica albanese. Spetterà alla Commissione parlamentare ricostruire con fatti e dati lo schema putschista e il coinvolgimento di alcune istituzioni in esso.
Si completa un primo quadro del colpo di stato che l’opposizione avrebbe tentato il 21 gennaio scorso. È Sali Berisha a darne notizia nella conferenza stampa di ieri pomeriggio, un’ora prima della manifestazione organizzata dall’opposizione per rendere omaggio alle tre vittime uccise davanti alla sede del governo albanese.
Dopo aver denunciato nei giorni scorsi il coinvolgimento del Procuratore Generale Ina Rama e dei servizi segreti albanesi nel colpo di stato, ieri Berisha ha additato anche il Presidente della Repubblica Bamir Topi. Domandato da un giornalista se il Presidente Topi doveva convocare il Consiglio di Sicurezza nazionale considerata la gravità del caso, Berisha ha lasciato intendere che il Presidente albanese potrebbe essere stato parte del complotto.
Il Primo Ministro albanese: ecco lo schema del putsch
Lo dimostrebbe, secondo il Primo Ministro albanese, il primo comunicato della Presidenza a seguito degli scontri, un documento pubblico alla portata di tutti: “Nelle dodici righe del primo comunicato stampa rilasciata dal suo Ufficio, non viene nominato neanche una volta la parola violenza”. “Il primo giorno, il sig. Topi non ha notato i poliziotti malmenati brutalmente, né quelli sui quali venivano lanciate fiamme per bruciarli”. “Non ha fatto caso neanche alla bandiera scaraventata come uno straccio e al eroe che l’ha indossato”. “Non li ha visti”. “Sto dicendo una verità molto triste e amara, ma è una verità che verrà fuori”. Berisha non può dire altro, ma sarà la Commissione parlamentare d’inchiesta ad indagare.
Il Primo Ministro albanese possiede i dati su molti dei dettagli organizzativi del putsch come “la quantità di esplosivo, tritolo e kalashnikov che sarebbe stata utilizzata durante l’aggressione finale della sede” di governo, gli armi sofisticati quali “gli ombrelli-pistola, le penne-pistola, i coltelli col veleno”, i gruppi piccoli “addestrati giorni interi in diverse zone” per la presa finale e i finanziamenti, “almeno 2 milioni di dollari”. Non mancherebbero neanche i dati del patto preliminare sulla spartizione dei portafogli di governo e quelli della comunicazione tra i putschisti durante la realizzazione del Piano B.
Berisha ha reso noto anche un accordo raggiunto mercoledì con il Procuratore Ina Rama sui 6 vertici della Guardia repubblicana per i quali sono stati emessi i mandati d’arresto: sarebbero andati a deporre e poi rilasciati. Invece quando si sono presentati per farlo, avrebbero cercato di arrestarli. Qualcuno avrebbe dato l’ordine al Procuratore di non rispettare l’accordo. Berisha non ha fatto il suo nome, ma ciò “dimostra quanto sia autonomo l’organo di accusa”. Dall’altra parte, il leader della maggioranza ha voluto ribadire per l’ennesima volta che la Procura non ha avviato nessuna inchiesta “per l’aggressione e l’accerchiamento di un organo costituzionale” quale il Consiglio dei ministri. Grazie al contributo degli esperti e dei pm americani “si potrà sapere la verità” su quanto è accaduto il 21 gennaio.
È chiara anche la fine dei putschisti. “Senza la punizione del putsch e del suo organigramma, la crisi è una minaccia che incombe su questo paese”. Insomma, nessuna concessione politica, dovranno assumere le loro responsabilità davanti alla legge, poi potranno sedere in parlamento, riprendere l’attività parlamentare e andare a votare nel 2013.
Dall’altra parte, non va pregiudicato il lavoro della Commissione Parlamentare d’inchiesta istituita domenica 23 gennaio per indagare sull’attività delle istituzioni sui fatti del “venerdì nero”. “Lasciamo che indaghi sul Primo Ministro, il Presidente, il Procuratore generale, i ministri e tutti gli altri. La Commissione indagherà ogni personalità di questo paese, nell’interesse migliore della verità amara del 21 gennaio”. Berisha si è detto convinto che tutte le istituzioni collaboreranno pienamente con la Commissione che “in questa circostanza rappresenta la volontà più sublime della nazione albanese”.
La golpe, il putsch, il colpo di Stato
Il Premier Berisha ha iniziato a parlare di “tentativo di colpo di stato”, già venerdì 21 gennaio al termine della manifestazione. L’organizzatore sarebbe il leadership dell’opposizione. Fallita la golpe, si sarebbe passato al Piano B attraverso l’arresto dei vertici della Guardia repubblicana accusati di aver ucciso i 3 cittadini per facilitare la presa delle istituzioni costituzionali difese da essa. A sostegno di questa tesi, Berisha riporterebbe “la mancanza di prove” nei confronti della Guardia e la comunicazione tra il leader socialista Edi Rama e il Procuratore generale Ina Rama. Ieri, vi ha aggiunto anche un altro elemento: la violazione dell’accordo tra Procura e governo per la consegna e il rilascio immediato dei guardiani.
Parte del complotto sarebbe diventato anche il Servizio Informativo Albanese per non aver fornito alcun dato sulle bande ingaggiate e l’organizzazione della golpe. I giorni precedenti la manifestazione del 21 gennaio era stato lo stesso Berisha a dichiarare che l’opposizione stava ingaggiando bande di criminali per prendere il potere con la forza. Infine ieri, allo schema golpista è stato aggiunto anche il Presidente albanese Bamir Topi, almeno negli intenti.
La Commissione d’inchiesta
La Commissione parlamentare d’inchiesta si è riunita per la prima volta il 25 gennaio scorso e dopo l’approvazione del regolamento si è messa subito al lavoro. La sua istituzione è stata approvata con i soli voti della maggioranza senza la presenza dell’opposizione in aula e i deputati socialisti non stanno partecipando nelle sue sedute. L’oggetto dell’inchiesta è proprio l’attività delle istituzioni prima, durante e dopo la manifestazione del 21 gennaio, cioè del tentativo di golpe. Saranno richieste le informazioni dalla Polizia di Stato, il Servizio Informativo albanese, la Guardia repubblicana, i vari ministeri, le 3 cariche più alte dello stato e il leader dell’opposizione.
Una delle prime questione sollevate negli incontri è stata la presenza degli effettivi delle polizie municipali di altre città il 21 gennaio scorso. A quale titolo partecipavano? Inoltre, verranno richieste informazioni dettagliate anche dalla Polizia municipale di Tirana sulle indicazioni e il piano operativo per la manifestazione.
Questi giorni, sono state depositate testimonianze di cittadini, materiale video, documenti e informazioni da alcune istituzioni. Ieri, la Commissione ha richiesto al Ministero della Giustizia di consegnare entro il 2 febbraio le informazioni dettagliate che dispone il Servizio del Controllo interno e la Direzione Generale dei Penitenziari. La stessa richiesta è stata avanzata anche al Direttore del Servizio Informativo dello Stato. Invece oggi e domani, i suoi membri visiteranno la Guardia repubblicana e la Direzione della Polizia di Stato per raccogliere fatti e testimonianze.
Come dichiara il suo Presidente, Eduard Halimi, dopo la raccolta dei fatti e dei dati, la Commissione prenderà in esame anche tutta la documentazione cartacea trasmessale dalle istituzioni. Successivamente, verranno convocati a deporre i vertici delle varie istituzioni, e dopo la Commissione analizzerà tutto il materiale in disposizione per dire la sua sui fatti del 21 gennaio scorso.