Nonostante il tempo abbia concesso una tregua alle regioni albanesi colpite da alluvioni e inondazioni, la situazione si presenta grave soprattutto in quella di Scutari. Continuano le operazioni di soccorso ed evacuazione. Oggi sono arrivati anche i primi aiuti da parte dell’Italia.
L’Albania è di nuovo sotto acqua. Il nord del paese da giorni sta affrontando l’ennesima emergenza alluvioni che ha messo a ginocchio molti centri abitati. La più colpita è Scutari, la città che per ironia della sorte viene chiamata la Venezia dei Balcani. Le precipitazioni che hanno ingrossato il corso dei fiumi, il cedimento degli argini, e lo scarico dalle dighe delle centrali idriche albanesi, sono tra le cause principali delle alluvioni nelle zone della Pianura occidentale albanese da Scutari a Valona. Il lago di Scutari invece sta sempre di più minacciosamente invadendo anche i quartieri centrali della città, dando l’immagine di un isola alla stessa Scutari vista dall’alto.
Le alluvioni hanno colpito anche le aree di Lezha, Fushë Krujë per proseguire verso il centro, nella città di Durazzo e ancora più a sud, spingendosi verso Fier e Valona. I numeri sono preoccupanti. Parliamo di oltre 15 mila abitazioni inondate in tutto il paese. Solamente a Scutari bassa, la protezione civile albanese ha fatto evacuare oltre 13 mila persone, mentre a Fushe Kruje,già 600 abitazioni sono sotto acqua.
A Scutari le persone ormai si muovono solamente con le barche che l’esercito e singoli privati mettono a disposizione. Manca l’energia elettrica per periodi prolungati e anche l’acqua. In città e nelle zone basse, le acque nere sono venute in superficie e rischiano di diventare causa di probabili epidemie.Un chilo di pane oggi a Scutari costava quasi il 40% in più del normale e lo sciacallaggio di quelli che se ne approfitano della dramatica situazione esiste. Infatti moltissimi abitanti segnalano episodi deprecabili di abuso con le barche, unico mezzo di movimento a Scutari in questi giorni.
La città è sommersa dall’acqua e le difficoltà sono enormi – ci dice al telefono Gjergj, un abitante delle zone sotto acqua dentro la città – manca l’acqua e siamo costretti a usare le barche per spostarci da un posto all’altro, è come vivere dentro un incubo – conclude. Oltre 14 mila ettari infatti sono già sotto l’acqua. Sono oltre 3000 le case sotto l’acqua nella giornata di oggi ed ha ripreso a piovere di nuovo e sono state evacuate più di 12 mila persone.
Il governo albanese ha attivato la protezione civile, l’esercito e le forze dell’ordine che stanno cercando di gestire la grave crisi, ma a quanto pare questo non basta perché i danni sono ingentissimi e quindi l’invito all’aiuto è stato rivolto anche ai partner internazionali, UE e NATO, attraverso la protezione civile a livello europeo.
Tra i primi stati ad inviare gli aiuti sono il Kosovo, la Turchia, e la Grecia, invece questa mattina sono arrivati nel porto di Durazzo anche quelli del governo italiano. La Farnesina ha attivato subito la protezione civile italiana, che in collaborazione con la Croce Rossa italiana, ha mandato i primi aiuti. “Si tratta prevalentemente di generi di prima necessità – ci dice al telefono l’ing. Luigi D’angelo, dirigente del Dipartimento della Protezione civile italiana – abbiamo preparato e spedito in Albania, tramite la Croce Rossa, 34 tonellate di materiale, di cui 25 in cibo, 5 in vestiario e 4 di materiale di igiene personale. L’Italia è stata tra i primi paesi ad attivarsi, anche perché con Scutari abbiamo avuto dei progetti di cooperazione nel passato, e in questo momento (ndr oggi pomeriggio) i nostri tecnici insieme ai volontari dellaCRI sono già arrivati a Scutari e a Gjader”.
Gli aiuti italiani sono coordinati dall’Ambasciata italiana a Tirana, d’intesa con le autorità albanesi, e questa mattina, al Porto di Durazzo c’era anche l’Ambasciatore italiano Saba D’Elia che ha dichiarato per i media albanesi che nei prossimi giorni arriveranno altri aiuti.