La procura per i reati gravi ha chiesto 12 anni di reclusione per l’ex ministro degli interni, Saimir Tahiri. Richiesta che scenderà a 8 anni per la richiesta di rito abbreviato del processo.
La stessa condanna è stata richiesta per Jaeld Cela, ex direttore della polizia di Valona e sospettato di avere legami con i fratelli “Habilaj”. L’ex ministro degli interni, Saimir Tahiri, è accusato di “corruzione di alti funzionari”, “traffico di stupefacenti in collaborazione” e di “gruppo criminale strutturato” all’interno del fascicolo “Habilaj”.
Secondo l’accusa, Tahiri avrebbe garantito l’intoccabilità del gruppo degli Habilaj nel traffico di stupefacenti verso l’Italia. Quattro sono gli episodi di traffici illegali registrati dalla procura: il primo il 25/10/13, quando furono bloccati 1.6 tonnellate di cannabis, il secondo il 27/02/14, quando furono bloccati 287 kg, il terzo il 29/07/2014, bloccati 293 kg, e l’ultimo il 08/09/2015, quando furono bloccati 880 kg.
A luglio la procura per i reati gravi aveva accettato il rito abbreviato per l’ex ministro degli interni, il che non è sinonimo di ammissione di colpa ma semplicemente fa sì che i file del processo non vengano revisionati. Con molta probabilità, la Corte prenderà una decisione su Tahiri il prossimo 19 settembre.
Saimir Tahiri: un processo montato
L’ex ministro degli interni, Saimir Tahiri, ha affermato che il processo nei suoi confronti è stato montato ad hoc e che le accuse che lo riguardano sono false.
“Sono accusato di essere parte di un gruppo strutturato criminale, di traffico di stupefacenti assieme ad alcuni poliziotti, che come avete potuto vedere anche voi non erano poliziotti a Valona durante il periodo di questi traffici.
Gli stessi agenti di polizia hanno denunciato Habilaj ed hanno avviato il procedimento penale nei miei confronti. Le prove presentate sono talmente false che sono state riconosciute tali anche dalla corte italiana. Oggi è stato dimostrato che si tratta di falsità, con prove che nessuno può contestare.
L’accusa afferma che gli Habilaj hanno spedito droga in Italia in un’imbarcazione nella quale vi era anche l’ex ministro. Anche questa è una bugia. L’accusa italiana ha smentito tutto questo. La mia verità è molto semplice e provata con fatti e prove che nessuno può contestare. E’ talmente montato questo processo che io non riesco a dare una spiegazione.” – ha affermato l’ex ministro Tahiri all’uscita del tribunale.