La situazione politica in Albania, dopo 10 mesi dalle ultime elezioni politiche, risulta ancora essere in uno stato di stallo. Un parlamento quasi inesistente, in quanto manca la presenza continua e costante dell’opposizione e organi importanti incluso la Corte Costituzionale che operano al di fuori del rinnovo del loro mandato.
Come abbiamo già ampiamente scritto in articoli precedenti, i socialisti guidati dal sindaco di Tirana Edi Rama, non accettano il risultato delle elezioni parlamentari del 28 giugno 2009, sostenendo che ci sono stati dei brogli. Per tanto chiedono il riconteggio dei voti, promettendo che comunque sia non vorranno le dimissioni del governo, ma solo ristabilire la verità davanti agli elettori. Il partito democratico di Berisha, attuale premier, continua a sostenere che può concedere di tutto all’opposizione tranne la riapertura delle urne e il riconteggio dei voti. Partendo da due posizioni di questo tipo è evidente a tutti che serve una mediazione per poter raggiungere un compromesso accettabile.Durante questi mesi, la UE ha inviato più volte equipe politiche per convincere le due parti a trovare la lingua del dialogo per il bene del paese. Poi è stata la volta del Consiglio d’Europa impegnato con i suoi vertici massimi a Tirana per poter arrivare a qualche risultato. Il Presidente della Repubblica Topi ha convocato in un tavolo di negoziato i due leader, Rama e Berisha, cercando di trovare una mediazione al problema.Dopo 6 mesi di boicottaggio del parlamento, il febbraio scorso l’opposizione vi è entrata solo per prestare giuramento e presentare due disegni di legge sulle commissioni parlamentari d’inchiesta, uno dei quali ad hoc per le elezioni del 28 giugno. In quella seduta hanno specificato che avrebbero partecipato ai lavori parlamentari solamente per le sedute inerenti l’indagine delle elezioni. Con questa mossa Rama ha soddisfatto quanti chiedevano un segnale di distensione da parte dell’opposizione, e ha messo il Partito Socialista in attesa della mossa dei democratici.Il Premier Berisha ha riproposto la creazione della commissione parlamentare d’indagine guidata dall’opposizione, ma senza dare la possibilità di riconteggio dei voti. Cosi la legge approvata dal parlamento a fine marzo, riprende l’idea di Berisha, infischiandosi del disegno dei socialisti che prevedeva il riconteggio. Questa mossa, più altre provocazioni da parte della Presidente dell’Assemblea parlamentare nei confronti di alcuni deputati socialisti, hanno portato le sede rosa a boicottare di nuovo il parlamento e scendere in piazza tutti i giorni fino al 30 aprile, il giorno della grande protesta.Intanto dentro il Partito Socialista c’è una corrente minoritaria che sostiene la tesi secondo la quale tutte le battaglie politiche vanno sostenute dentro l’aula parlamentare. Attraverso un congresso straordinario del partito Rama ha riaffermato la sua lidership, sminuendo in modo significativo anche il dissenso interno. Durante questi mesi si sono susseguiti in Albania le visite di esponenti di spicco dei due partiti europei di riferimento: socialisti e popolari europei. Sia Rama che Berisha hanno cercato di trovare “internazionali” disposti a sostenere le loro ragioni.Intanto l’Albania si trova in una situazione economica, complice anche la crisi mondale, critica. Qualche giorno fa il premier Berisha ha consegnato a Bruxelles il questionario sul base del quale la Commissione europea valuterà la concessione dello status di paese candidato che sarà un percorso molto lungo.Quello che invece tutti aspettano in Albania, politici e cittadini, è la liberalizzazione dei visti di breve durata per i paesi Schengen. Un tema politicizzato: il governo sostiene che i tempi saranno brevi, l’opposizione da le colpe a Berisha per i ritardi in questo processo.
Sta di fatto che ad oggi, e forse anche per l’anno prossimo, gli albanesi insieme ai bosniaci potranno essere le uniche due nazioni, insieme al Kosovo, che non possono circolare liberamente all’interno dell’UE.Di ritorno da Bruxelles, causa anche le ceneri del vulcano islandese, il Premier Berisha si è fermato a cena a Vienna con l’ex premier e ex leader dei socialisti Fatos Nano, che da anni ha spostato la sua residenza e i suoi interessi nella capitale austriaca. Al rientro in Albania il Premier ha elogiato i meriti di Nano nei processi di integrazione del paese nella Nato e nella UE, sostenendo stranamente in toni amichevoli, lo spessore dell’ex leader socialista, che non nasconde le sue aspirazioni alla carica di Presidente della Repubblica.Intanto Rama ha convocato una grande manifestazione per oggi a Tirana. Sarà una manifestazione ad oltranza fino a quando il governo non deciderà di ricontare il voto e ristabilire la verità sulla volontà di voto dei cittadini albanesi. Da più parti però si cerca ancora una mediazione e l’Unione Europea ha fatto capire che di questo passo e con un paese paralizzato istituzionalmente non si può aspirare a diventare paese candidato. Quindi Berisha ha fatto qualche cauta apertura e per la prima volta in questi giorni ha sostenuto che qualche urna contestata, su ordine della magistratura potrebbe anche essere aperta. Presumo che dopo la manifestazione di fine mese, si arriverà ad un compromesso in parte per poter risolvere la questione. Il premier Berisha potrebbe cedere e far aprire qualche urna contestata dall’opposizione su decisione della magistratura. In questo modo, Rama potrebbe dire al suo popolo di aver vinto la battaglia e che le proteste sono servite a qualcosa. Nello stesso tempo i due dovrebbero trovare anche un accordo sui nomi dei giudici della corte costituzionale, ai quali è già scaduto il mandato e che devono essere rinnovati. Una mossa di questo tipo permetterebbe a Rama di trovare il pretesto per far rientrare i socialisti in parlamento, e di scongiurare un possibile coinvolgimento di Fatos Nano nella vicenda. Berisha dal canto suo ha usato la carta dell’ex premier socialista, per spiazzare l’opposizione e far rifiorire ipotesi presidenziali per l’ex premier.Con queste premesse i socialisti potrebbero uscire rafforzati nei consensi e essere favoriti alle elezioni amministrative dell’anno prossimo, che interesseranno tanti comuni importanti del paese. Intanto oggi la protesta dovrebbe scendere nelle piazze di Tirana. Staremmo a vedere cosa succede.