I dipendenti dei call-center avranno il loro primo sindacato nazionale, che verrà chiamato ‘Solidarietà’. I rappresentanti del settore si sono riuniti nella giornata di ieri e hanno deciso di fondare il sindacato per un’industria che in Albania vanta circa 30.000 dipendenti.
“Ieri i lavoratori hanno tenuto l’assemblea di fondazione del sindacato mentre oggi hanno consegnato i documenti di riconoscimento legale.” – si legge in una nota del sindacato nei profili social.
Secondo la nota, i call-center stanno ampliando la loro spinta nell’economia albanese visto anche che circa il 7% della forza lavoro è impiegata nei call-center di lingua italiana. Le aziende che forniscono servizi in lingua italiana – come Teleperformance, IDS o Alba Call – sono, non a caso, i principali datori di lavoro nel settore.
“Siamo la voce che ascolta i clienti quando hanno bisogno di assistenza tecnica e ora, con il nostro sindacato, avremo una voce nell’organizzazione del nostro lavoro.
L’istituzione del nostro sindacato è un passo storico verso il miglioramento degli standard di lavoro nel nostro settore.
I nostri datori di lavoro dovrebbero iniziare immediatamente le trattative per raggiungere un contratto collettivo per l’intero settore.” – ha affermato uno dei responsabili di Teleperformance.
Quest’ultima, società francese che offre servizi di sub-forniture per marchi internazionali come Apple, Amazon e Lottomatica, è stata multata lo scorso anno dalle autorità albanesi per problemi con i contributi sociali dei lavoratori.
Il sostegno dall’estero
Gli sforzi dei lavoratori nel settore dei call-center nell’istituire il loro primo sindacato nazionale sono stati supportati anche all’estero, dai sindacati italiani SCL-CGIL e FISTeL-CISL e dal sindacato globale UNI, una federazione sindacale che comprende 20 milioni di lavoratori di 150 paesi del mondo.
“La globalizzazione dei servizi non dovrebbe implicare una competizione mondiale verso standard più bassi. Il nuovo sindacato in Albania sarà uno degli effetti domino nell’organizzazione dei sindacati in Europa e non solo.” – ha affermato Teresa Casertano, del sindacato globale UNI.
“Non possiamo più pensare soltanto ai lavoratori italiani dei call-center e alle loro condizioni di lavoro, perché siamo di fronte ad un’industria mondiale.
I problemi dei lavoratori in Albania e in Italia sono strettamente legati e l’unico modo per affrontarli è un approccio multinazionale.” – hanno affermato Marco Del Cimmuto e Giorgio Serao, rispettivamente rappresentanti di SLC-CGIL e FISTel-CISL.