All’ingresso di una delle città più conosciute dell’Albania, con una storia antica sulle spalle di 2500 anni e conosciuta come “la città dalle finestre sovrapposte“, costruita in stile bizantino, Patrimonio UNESCO, a Berat, si trova un busto che rappresenta l’uomo più devoto e coraggioso della città, Babë Dudë Karbunara.
In segno di gratitudine, il popolo di Berat, ha eretto in marmo il suo volto con il titolo “l’insegnante del popolo” nel lontano 27 novembre 1937. L’opera è dello scultore Dhimitër Çani.
Babë Dudë Karbunara è l’uomo più onorato della città di Berat, ma non solo, lo è anche per la storia nazionale dell’Albania. Fu tra i primi firmatari della legge sull’Indipendenza nel 1912 a Vlorë (Valona) insieme a Ismail Qemali e tanti altri patrioti albanesi. Insieme a loro contribuì per avere uno Stato libero e sovrano dagli occupatori ottomani.
Babë Dudë Karbunara amava il suo paese, il suo popolo ed è stato un patriota esemplare. Lui ha insegnato la lingua albanese ai bambini cristiani e mussulmani attraverso l’alfabeto di Naum Veqilharxhi imparato in modo segreto, perché era proibito dai turchi e suo padre Theodhori, l’aveva introdotto clandestinamente a casa. Questo alfabeto risale al lontano anno 1845.
Babë Dudë Karbunara nacque il 22 aprile 1842 nel quartiere del Castello di Berat, chiamato con il nome Jorgji Karbunara. I suoi insegnanti notarono subito le sue capacità intellettive e la famiglia lo mandò a studiare a Corfù, in una scuola di due anni dopo le elementari. Nella scuola greca venne sorpreso mentre scriveva in lingua albanese ai suoi genitori, a quei tempi proibito.
Nel 1859 andò a studiare al ginnasio classico di Trieste in Italia. Era un conoscitore del vecchio ed il nuovo greco, della lingua italiana e del latino. Essendo un conoscitore della filosofia e della letteratura greco-romana, Babë Dudë Karbunara era anche un orologio. Tracciava e raccoglieva qualsiasi informazione su Illyria, la cui la storia apparteneva al castello in cui nacque la sua famiglia, la città di Berat stesso.
Tornò a Berat nel 1863. In quegli anni la lingua albanese non poteva essere insegnata dalle moschee e dalle chiese, e le rivolte si concentravano nelle conversazioni, in ogni negozio e famiglia. Babë (Padre) Duda cominciò a insegnare nella chiesa albanese la lingua albanese e questo segnò il suo percorso politico per la causa nazionale.
Riuscì ad insegnare con l’alfabeto di un altro patriota, Jani Vreto che a Berat arrivò nel 1897.
In uno dei numeri del quotidiano “TerxhimN-I Shark” di Istanbul, Sami Frashëri ( filosofo e pensatore noto albanese), scrisse : ” … A Berat, Jorgji Karbunara con altri ha fatto sforzi per aprire la scuola albanese, ma non è stato possibile a causa del terribile terrore del governo turco e dell’inquisizione di Ganar…”
Nel 1898, Babë Duda divenne un iniziatore nella creazione del ramo dell’Unione di Berat e lavora per la distribuzione di libri in albanese.
Nel 28 febbraio a 1910, dopo il Congresso di Manastir, a Berat si tenne una massiccia manifestazione per opporsi all’alfabeto arabo e proteggere quello latino.
Avendo difficoltà nel trovare del materiale scolastico usava come lavagna una carta vetrata ricevuta dalla riva del fiume Osumi e usavano il dito per scrivere sopra. Questa lavagna prese il nome ” il tassista”.
Il 4 agosto del 1908 furono aperte le prime due scuole albanesi a Berat.
Il 28 novembre del 1912, a Vlorë, il 72-enne Babë Dudë Karbunara, come rappresentante della sua città di Berat, firma la Dichiarazione di Indipendenza dell’Albania tra i 40 delegati patriottici.
L’insegnante patriota, dopo l’anno 1915, fu crudelmente torturato dai mercenari di Esad Toptani. I ribelli di Haxhi Qamili, quando entrarono a Berat, lo catturarono, lo trascinarono in città picchiandolo con un bastone.
Da questa violenza, si è ridotto in gravi condizioni di salute e morì il 7 dicembre 1917 all’età di 75 anni.
Nel 1962 è stato insignito dell’Ordine “Per eminenti servizi in Patria” di Prima Classe e pochi anni dopo, il liceo della città ha preso il suo nome.
Oggi, è doveroso ricordarlo come uno dei patrioti che usò al posto delle armi la penna per difendere la storia e l’identità molto travagliata della sua Albania.