Muore e rinasce “il potere”. “Il potere” genera il bene e il male. Il più bello e il più brutto. Conduce passi titanici o micro passi. “Il potere” diffonde la giustizia, forse, Anche uccidendo in nome della giustizia. “Il potere” a volte partorisce criminali.
(URANO- IL CIELO STELLATO)
Un’esplosione dalle dimensioni universali si propaga con la velocità della luce. Raggiunge il confine tra spazio e tempo, seguita da scosse continue durante molte ore. I tuoni avvolgono, accarezzando, due volti bagnati dal vapore sprigionato dall’abbraccio delle loro anime. Si rompono le sottili membrane della razionalità che il subconscio accarezza paradossalmente, finché esausto, Urano si addormenta. Gea, con la testa appoggiata sopra il grande petto planetario di Urano, canta con un dolce suono dondolando i sogni del suo cielo stellato, dopo l’esplosione vulcanica causata dall’incontro delle loro anime racchiuse in due corpi planetari.
L’ammasso di fumo, lentamente si dissolve nell’aria, lasciando una coda di particelle disperse nello spazio, come impronta del peccato della creazione dei Titani, Ciclopi ed Ecatonchiri. Le creature con i corpi sospesi nel limbo, si presentano davanti al grande Urano, timidi e malinconici, come se sentissero dal profondo dei loro corpi giganti, quanto piccoli e indegni sono percepiti dalla retina del padre. Urano alza lo sguardo, accompagnato da un lampo che illumina il cielo, seguito dallo spaventoso eco di un tuono. Elio si nasconde chissà dove, lontano dai tuoni di Urano, lontano dalle grida disperate di Gea, in cerca di un nuovo sistema eliocentrico, lontano da quell’interminabile ciclo patologico, dove l’inizio e la fine segnano nello spazio una metamorfosi paterna disprezzata anche dalla stessa morte.
(GEA)
Gea, lancia una maledizione con gli occhi rivolti verso il cielo stellato. Cerca di liberare le sue creature intrappolate nell’oscurità Tartarica, rinchiuse da Urano nei visceri del sottoterra. Inizia a lacrimare un veleno grigio secreto dall’amarezza della sua anima alterata. La macchia dell’incubo terribile grigio scuro ingloba e morde gli strati ibernanti delle sue superfobie.
Nei visceri di Gea si crea un vortice di rabbia che ipertrofizza e oltrepassa la barriera dei dubbi accendendo la fiamma dell’auto-protezione. Brevi sequenze di quei dolci ricordi che racchiudono attimi della magia della creazione, rimangono orfane sul telaio della vendetta, sotto l’evaporazione della subcoscienza. La disperazione di Gea assume dimensioni extraplanetarie che lo stesso cielo stellato, non riesce a controllare. Nascono delle pseudo- forme e subiscono continue metamorfosi che Gea comanda con la propria collera. Piano- piano si genera all’interno del suo corpo una grande falce, creatura di miliardi particelle adamantine che la Terra espelle dalle proprie vene.
(CRONO)
Crono impugna l’arma generata dalla madre Gea e si scaglia con forza verso Urano.
Ecatombe…
Il corpo dalle dimensioni planetarie inizia a coprirsi di sangue. Gocciola, gocciola il sangue. Gocciola, gocciola nero-morte. Gocciola, gocciola rosso-vivo e attraversa tutti gli strati latenti della Terra, l’ultima cellula di Urano, fino a raggiungere l’interno sub-terrestre di Gea che la ingloba. Insieme ai Giganti, nascono le Erinni…
Piano- piano, dalle dimensioni planetarie di Urano, non rimane che una scia spumeggiante segnata dal corpo senza vita, mentre si spegne dentro le profondità del Ponto. Dalla schiuma bianca contenente le ultime micro particelle di Urano, inizia a formarsi un mucchio di nuove cellule che si moltiplicano e si rigenerano con la musica delle stesse onde che inghiottiscono il padre. Si forma un corpo fragile e celestiale.
Muore Urano- nasce Afrodite!
Sulla riva, steso per terra immobile, c’è Crono- il nuovo dio dell’universo, con il volto e il corpo macchiati dal sangue, ancora caldo del padre. Fra le mani, la terribile falce sporca dai coaguli del peccato.
Muore e nasce “il potere”.
“Il potere” genera il bene e il male.
Il più bello e il più brutto.
Conduce passi titanici o micro passi.
“Il potere” diffonde la giustizia, forse,
Anche uccidendo in nome della giustizia.
“Il potere” a volte partorisce criminali.
(dicembre 2003)