Ô terre! Ô merveilles, Dont l’éclat joyeux, Emplit nos oreilles, Éblouit nos yeux! Bords où meurt la vague, Bois qu’un souffle élague, De l’horizon vague, Plis mystérieux! (Victor Hugo)
Ogni parte del nostro pianeta è ricca di particolarità, diversa e mai vuota. La natura con il suo tocco meraviglioso non ha lasciato spazio alla monotonia. Un gioco infinito di luci e di colori, di mari e montagne che sembrano di non voler implicarsi nella guerra dei confini, del potere, dei rumori, delle vittorie e delle sconfitte secolari. Si fondono con armonia creando un unico pianeta, ma mai uguale nei particolari. Quello stesso, che l’uomo nei secoli ha soltanto diviso senza fermarsi a osservare quanto supremo era nel suo insieme.
Ditemi, è bello un libro strappato in mille pezzi? Immaginate l’incantevole “Notte stellata” di Van Gogh senza le sue stelle splendenti sopra la città di Saint Rémy de Provence, quanta privazione sarebbe per gli amanti dell’arte? Uguale è la nostra terra; da un lato, un Van Gogh al completo, più in là un Monet pieno di straordinari colori tutti dentro il quadro, senza risparmi, poi un Renoir che dolcemente evidenzia il volto pallido della sua Lise Tréhot dai capelli neri e dalla frangia rossa del copricapo, che richiama il colore intenso e sensuale delle labbra.
Le tele degli artisti, pare trasportino quell’immensa forza narrativa del mondo privo di confini, realtà portate a nudo, intrighi smascherati, quadri completi senza tralasciare nessun dettaglio che raffiguri una realtà, una cultura, una popolazione diversa ma altrettanto meravigliosa e particolare quanto le altre, quanto l’insieme che occupa lo spazio che ci rende vitali. Vista cosi, la nostra esistenza sulla Terra, sarebbe inutilmente sprecata con le infinite guerre di potere. Per non parlare poi dei pregiudizi, dell’oddio, del patologico ossessivo-compulsivo amore per i soldi, dell’insostenibile desiderio di distruggere ciò che abbiamo, per rinnovarlo, spesso e volentieri in peggio, disturbando le tracce del nostro percorso.
Nonostante tutto, non si può essere assolutamente negativi. Possiamo migliorare se abbattiamo quei muri di privazione e negazione che limita a priori un popolo verso un altro, un uomo verso un altro, uno sguardo verso un altro, in quell’infinità di perfezioni retiniche che riempiono il mondo di meravigliosi innumerevoli sguardi.
Tanto diversi, tanto uguali! Raccontiamo oltre i nostri confini, il lato chiaro e quello oscuro delle nostre anime. Leggiamo le vostre anime. Vi ammiriamo, ci spaventiamo dall’ammirevole e spaventoso chiaroscuro delle medesime. Siamo diversi, e nella nostra diversità, splendidamente, spaventosamente uguali! Immaginate quanto tristemente solo sarebbe il tramonto, se privo di alzare lo sguardo verso l’alba. Sembriamo lontani anni luce, eppure vicini meno di settanta miglia. A volte basta un solo secondo per dividere due vite, ma un secondo ha anche il potere di unire i destini…
L’ontogenesi si è svolta senza evidenti patologie. La lancetta dei secondi inizia il suo giro di 360 gradi/minuto. Un secondo, due, tre, un’ora, un giorno, un anno…
-Che ore sono da voi a ovest?
-“Una” vita, e da voi?
-Quanto la vostra sommata a un mondo di speranze!